Si trova a via Mameli il ristorante che da poco ha compiuto un anno e che si è già fatto conoscere tra appassionati ed esperti del settore come meta gourmet.
Il suo nome è Zia, nasce al posto di quello che prima era il Bacocco.
Alla guida del locale, lei, Ida, anima sorridente della sala e il suo compagno Antonio a dirigere la cucina. Una coppia nella vita ed una squadra vincente a lavoro.
Ero curiosa di provare anche io questo locale e alla fine sono riuscita ad organizzare in una serata infrasettimanale, la visita.
Il locale è su due piani, la sala di sopra con pochi tavoli sufficientemente distanziati ed illuminati da lampade che scendono dal soffitto, e la sala di sotto con meno tavoli dove si trova anche la cantina e la cucina.
Hanno scelto di utilizzare tavoli di legno apparecchiati senza tovaglie, stile bistrò, nonostante questo, il servizio invece è attento e ricercato non lascia nulla al caso.
Sfogliando il menù sono presenti un paio di menù degustazione (da 5 e da 7 portate) e alcuni piatti alla carta. Come abbinamenti al calice propongono sia vino che cocktails. La carta dei vini è piuttosto semplice, ma qualcosa di interessante si può trovare, noi su consiglio della sommelier scegliamo uno champagne rosè, Gremillet. Chi mi legge sa già che i rosè non sono i miei preferiti, tuttavia non mi è dispiaciuta affatto questa bottiglia, per la piacevole abbinabilità che ha dimostrato con molti piatti assaggiati, tuttavia essendo un brut all’impatto iniziale l’ho trovato quasi troppo dolce.
Ci viene subito servita l’entrèe che si compone di tre assaggini: un piccola mozzarella ricreata dallo chef con l’involucro di latte di capra e dentro bufala, sulla stand c’è la cornucopia fatta di radicchio, capperi, pomodori secchi e sopra uova di pesce, il terzo assaggio è uno zucchero filato ma dal gusto particolare perché è al aromatizzato al lime, ricoperto da polvere sapida sopra, che riesce a creare un piacevole connubio tra dolce, salino e fresco.
Viene servito poi il primo antipasto che è l’ostrica, varietà prestige, è interessante l’abbinamento ricreato nel piatto dal connubio con crema di piselli, i suoi germogli e il siero del latte.
Arriva poi l’insalata di maiale, sono degli sfilacci di pulled pork cotto al big green egg che lo chef tiene in cucina. Al maiale stufato di aggiunge un mix di erbe aromatiche, semi di girasole e anacardi. Un assaggio delizioso, accompagnato dal suo brodo, un piatto appetitoso in grado far salivare e salire l’appetito.
Il primo piatto invece, sono i ravioli del plin ripieni di formaggio blu con gel di chiodi di garofano, serviti con un brodo all’estratto di cipolla e miele. Per me il piatto della serata. Il profumo di chiodi di garofano che sprigionava il piatto “matchava” alla perfezione con il cuore morbido dei ravioli del plin, fatti da una sfoglia sottile che si scioglieva rapidamente in bocca. Un piatto notevole davvero e qui trovate anche la ricetta.
I menù di Zia cambiano in base alle stagioni e lo chef mi ha detto anche più di 4 volte l’anno questo perché se ci sono degli ingredienti che durano solo un paio di mesi lui preferisce modificare spesso i piatti per poter offrire al massimo della freschezza tutti gli ingredienti nel culmine del loro sapore.
E come dagli torto?
Tutto questo per dire che i piatti di cui sto parlando oggi potrebbero già non essere più in carta durante la vostra prossima visita.
Manca la foto, ma la degustazione prosegue con la ventresca di ricciola con erbette di campo, salsa a base di radici: topinambur e pastinaca, insieme ad una maionese con polvere di rafano e salsa alle erbe con un pizzico di wasabi. Cottura perfetta della ventresca piacevole il gusto dei tuberi che la accompagnano, il piatto segue la scia del classico pesce abbinato con le patate, ma le sfumature sono molteplici in questo caso, ogni boccone può essere combinato con le salse, con i tuberi e ogni boccone è una combinazione diversa dall’altra.
Il piccione in civet, un altro piatto ben eseguito con cottura perfetta di ogni sua parte dalla coscia la petto.
Chiudiamo in bellezza con la la mela di Zia, mela marinata nel suo succo avvolta nel cioccolato bianco, un dessert fresco non troppo dolce e davvero piacevolissimo sia al palato che all’aspetto.
La cena di chiude con la piccola pasticceria al cioccolato e l’amaro Varnelli.
La cosa che più mi è piaciuto di Zia è stata una cura per un alcuni dettagli particolari: il pane ad esempio, più di una portata aveva il suo pane abbinato dal pagnotta ai grissini, devo dire tutti presentati con estrema attenzione, dagli appositi piattini alla cura di ogni farina. Gentile e allegro il servizio, fa sempre piacere quando a fine serata si è invitati a conoscere lo chef, soprattutto per un appassionato.
Grazie ai ragazzi di Zia per una bellissima serata passata da loro.
ZIA
Via Goffredo Mameli, 45, 00153 Roma RM
Chiuso la domenica
Telefono: 06 2348 8093