Sulla bellezza disarmante di Vienna a Capodanno, ritengono non sia necessario spendere più di tante parole. Il suo fascino non ha eguali, personalmente trovo che sia tra le capitali europee più romantiche, ricche di attrazioni e con una proposta culturale e di divertimenti fuori dal comune.
Adoro la Vienna imperiale, con i palazzi reali e la storia di Sissi, amo il Valzer (anche se non lo so ballare!) e le sue sale da concerto, impazzisco per tutti quei mercatini di Natale, dove si respira la confusione e l’allegria dei turisti che mangiano senza sosta frankfurters e glühwein. Mi piace la Vienna più moderna di Hundertwasser e dei musei all’avanguardia, della cucina più sperimentale.
Il Capodanno viennese è magico, tanto che è la terza volta che ci torno, eppure non sono di quelle persone che amano tornare nei posti dove è già stata, ma qui, ogni capodanno è diverso e ogni volta si impara e si scopre qualcosa di nuovo. In effetti quest’anno, l’aiuto di Anika, un’amica che vive lì, è stato fondamentale per scoprire nuove chicche e organizzare i nostri giorni di permanenza. Perciò prima di iniziare le nostre divagazioni a tema culinario a lei e a Ippolito vanno i miei più grandi ringraziamenti per aver reso tutto perfetto.
Ma veniamo subito alla parte di nostro interesse.
Cosa mangiare a Vienna e quali posti non bisogna perdere!?
Direi che se avete pianificato un viaggio dicembre nella capitale austriaca, non si può prescindere dal visitare i mercatini di Natale, inutile che ve li segnalo, qui trovate l’elenco dettagliato con le date in cui di ripetono ogni anno.
È vero, a volte sono molto confusionari e pieni di gente, ma hanno il loro fascino, sono tutti ben organizzati e oltre alle bancarelle di artigianato ci sono molte proposte e tema culinario, per la maggiore vanno hot dog, brezel e piatti a base di patate, da evitare caldamente invece, se non avete stomaci forti sono i : kaiserkrainer langos ossia würstel ripieni di formaggio fritti in una specie di pasta di pane, che poi vengono spalmati di una salsa all’aglio. Li potrete digerire il giorno dopo, quindi se non ve la sentite, evitate!
Alla proposta low cost dello streetfood dei mercati di affianca invece una proposta culinaria molto varia e adatta a tutte le tasche, fino ad arrivare ai vari ristoranti stellati (5 da 2 stelle e 9 da 1 stella) e le più note pasticcerie del mondo, per quanto riguarda la pasticceria austriaca ovviamente.
Ma andiamo per ordine, se avete messo in preventivo di visitare Vienna a Capodanno, quindi in un periodo di grande affluenza di turisti, è bene programmare attentamente le giornate per evitare lunghissime code al freddo e al gelo. Qui si prenota tutto, e se non si prenota non si trova posto, quindi fidatevi! Dal pranzo, alla visita al museo, alla torta in pasticceria, prenotate! Ci sono ore di coda solo per prendere un caffè nei posti più gettonati.
Demel e Sacher sono le pasticcerie più note per la Sacher Torte, il primo sembra averla inventata, il secondo però l’ha resa celebre. Le code in queste pasticcerie sono a volte improponibili. Per ovviare a questo, la vera dritta, se state cercando di provare la famosa torta Sacher, non è puntare ad entrare al caffè, ma piuttosto puntare al bar dell’hotel, dove nella splendida sala rossa o in quella blu, è possibile sedersi, bere un cocktail o anche mangiare una fetta di Sacher ma in una ambiente decisamente meno confusionario, più curato e accogliente (prenotazione obbligatoria!).
Altre torte molto note sono quelle dell’Imperial Hotel e del noto Cafè Mozart, era impossibile provarle tutte quindi mi limito a segnalarle. Invece di livello nettamente inferiore è la catena “Aida” molto meno affollata, ma di scarsa rilevanza.
Ristoranti tipici di fascia media in cui mangiare la cucina tipica senza svenarsi ne abbiamo provati un paio consigliati. Uno è Placchutta e l’altro è Zum Weissen Rauchfangkehrer (che tradotto significa “lo spazzacamino bianco”).
In entrambi si può mangiare una buona Wienerschnitzel e succulenti piatti a base di carne.
Tralasciando l’affollatissimo Figlmeuller, dove andai la volta precedente, ma a parte le dimensioni abnormi della cotoletta non mi fece impazzire, in entrambi i locali che vi ho segnalato, si può trovare una cucina migliore del sopracitato. Da Placchutta il tafelspitz, ossia carne bollita e ossobuco con il brodo, servita con le verdure e le loro salse, era ottimo, l’ambiente è moderno, invece da Rauchfangkehrer, il locale ha un aspetto più tradizionale e ricorda una baita di montagna, qui sono buoni i carpacci e anche il gulasch.
Per un pranzo al volo, due locali mi sono piaciuti in maniera particolare il primo è Trzesniewski. Qui si possono mangiare dei piccoli canapè in perfetto stile viennese, serviti con un bel bicchiere di champagne o una piccola birra. Las scelta è vasta ma quello al tartufo era davvero notevole.
Il secondo è la Schmetterlinghaus , letteralmente la “casa delle farfalle”, dove c’è un bellissimo caffè stile botanico e si possono mangiare le classiche zuppe viennesi e i loro wuster, con senape e salse, cucina semplice ma per un pasto al volo sono l’ideale.
Ancora, un chiosco dove si possono gustare dei buoni würstel insieme ad un bicchiere di champagne è il Bitzinger Würstelstand che si trova davanti al museo Albertina.
Ci siamo concessi anche un pranzo stellato, ossia presso il ristorante Konstantin Filippou, un noto chef Viennese che oggi ha due stelle Michelin. Si trova vicino al canale e al Ring, la sua cucina è decisamente più moderna, la sala non comprende molti coperti e il suo stile è decisamente moderno e all’avanguardia.
L’influenza greca nella sua cucina arriva soprattutto, a mio parere, nel trattare la materia prima come le erbe e le spezie fresche con un attenzione è quasi maniacale.
Pensate che dal posto dove ero seduta ero vicina alla postazione dove i piatti venivano assemblati e ho potuto vedere con i miei occhi come uno chef della brigata ha passato l’intero tempo del servizio a selezionare piccole foglie e germogli per i piatti. Si occupava esclusivamente della scelta e della disposizione di questi germogli per il servizio utilizzando pinzette e un piccolo tovagliolo.
Abbiamo optato per il menù alla carta, perché non avevamo intenzione di fare il degustazione completo che ci sembrava troppo impegnativo.
Ha accompagnato il pranzo, il pane al malto e il burro con cipolla caramellata e un calice di Krug Gran Cuvèe.
Come entrè arrivano 2 piccoli assaggi: il primo è a base di tonno con tapioca e micro patatine fritte super croccanti, condito con salsa di soia, che mi ha riportato subito alla mente il gusto del sashimi.
Il secondo, una tartelletta al brodo di carne, rosso d’uovo e albume montato con il tartufo, da mangiare in un solo boccone.
Entrando poi nel vivo del menù, il mio antipasto era un carciofo di Gerusalemme arrostito servito con buttermilk e chips di carciofo stesso, il gusto dell’ortaggio emergeva principe e la spuma accompagnava bene. Il tutto aveva anche un certo gusto più tipicamente austriaco, dato dal latticello e le erbette finemente tritate.
L’altro assaggio era base di merluzzo, con uova di pesce e aromi, il gusto decisamente mediterraneo e piacevole. A seguire un piatto che in menù era indicato come “speciale” infatti era una zuppa di pesce, di gamberi nello specifico, con zucca marinata e semi. Sia il pesce, sia i crostacei e molluschi suppongo che fossero cotti ognuno separatamente, perché avevo tutti la consistenza perfetta. Ogni singolo boccone faceva storia a se, il gusto del brodo esaltava tutto. Il piatto ho preferito di tutto il menù.
Chiudo con un altro piatto a sempre a base di merluzzo, questo dal gusto più amarognolo perché lo unisce al radicchio, la pelle del merluzzo croccante grazie ad una rosolatura che lo rendeva assolutamente perfetto, invitante la salsa di accompagnamento.
Il dessert con cui concludiamo il pranzo è un curd al formaggio fritto con gelato, panna alla vaniglia e marmellata di bacche rosse.
Infine la piccola pasticceria si compone di dei classici petit four: uno al cioccolato, uno shortbread al cacao con mousse al cioccolato sovrastata da una lucida glassa, cannoli alla carota ripieni di carota caramellata, tartelletta al cioccolato bianco e limone e pralina di quinoa e passion fruit.
Esperienza molto positiva di Filippou, forse a pranzo il servizio è un pochino troppo sbrigativo, tanto che hanno sbagliato un piatto che avrebbero dovuto portarci invece della seconda portata di merluzzo, ma capisco che i primi giorni dell’anno possono essere complicati per i ristoranti di questa capitale europea. Ho acquistato il libro dove ci sono le sue ricette, purtroppo solo un paio dei piatti riportati sono tra quelli che ho assaggiato io. Dovrei riprovare meglio magari una sera a cena per godere al meglio del percorso di degustazione.
Saluto Vienna, che iniziava ad imbiancare sotto i primi giorni di freddo dell’anno, nel complesso noi siamo stati fortunati anche con il meteo, non era eccessivamente freddo, ma anche se fa freddo la città si può sempre girare facendo tappe tra un caffè e l’altro.
Siamo al primo post del 2019 e colgo l’occasione per augurare buon nuovo anno a tutti.
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