Ostiense è un quartiere che davvero negli ultimi anni è esploso. Dopo l’apertura del colosso di Eataly, sulla scia, sono venuti fuori un cospicuo numero di locali più o meno interessanti, ampi spazi con una proposta di qualità anche abbastanza discutibile.
Un anno fa in via Giovanni da Empoli si alzava per la prima volta la saracinesca di Trattoria Pennestri, con una proposta abbastanza ambiziosa, fare una trattoria di cucina romana.
La zona, così vicina a Testaccio, storico tempio sacro della trattorie sotto Monte Cocci, farebbe pensare a questi ragazzi come dei coraggiosi, o degli sprovveduti, io ritengo che dalla loro avevano le idee molto chiare, per questo li definisco ambiziosi. La loro scelta di aprire una trattoria di questo genere qui, vuol dire, sapere di poter far meglio.
A dirla tutta Trattoria Pennestri, per me, non può essere paragonata nemmeno al mare magnum delle trattorie, sono diversi. La loro idea di ristorante legato alla cucina romana e di territorio è più moderna e segue un concept che in questo ultimo periodo è tornato in auge, la voglia di riscoprire i sapori di una volta, senza stravolgere la tradizione ma rendendo, a volte con un abbinamento, a volte con un impiattamento più moderno, un piatto classico, insospettatamente nuovo.
Se non mi sono spiegata bene a riguardo ve lo racconto con un esempio, parliamo del piatto di coratella, limone e ricotta che qui propongono come antipasto, per me è stata una scoperta insolita, ho trovato un nuovo modo di accompagnare la coratella fuori dalle solite proposte classiche e che nella sua semplicità è azzeccatissimo.
Tuttavia, dopo la doverosa premessa, andiamo per ordine, il locale è piccolino e con arredi semplici in legno dal gusto vintage, il bancone appena all’ingresso domina la sala con tavoli abbastanza ravvicinati, sul fondo, sovrastato da un mazzo di fiori, il tavolo sociale, formula che richiama l’idea della vecchia osteria in cui gli ospiti, pur non conoscendosi condividevano il tavolo con altri commensali.
Nel menù 5-6 piatti per tipologia, a cui si aggiungono le proposte del giorno, non mancano i primi tradizionali (carbonara, amatriciana e cacio e pepe) e non manca mai la proposta del quinto quarto: fegatelli, trippa, coda, animelle che sono, ci spiega Valeria, una componente a cui tengono particolarmente della loro proposta.
Tra gli antipasti assaggiati, oltre alla sopracitata coratella, abbiamo provato baccalà mantecato, servito con verdure fresche e croccanti, ravanelli e sfoglia di pane e insalata di coniglio particolarmente gustosa servita con erbette fresche e carote. Il benvenuto, che ci è stato offerto, era una ricotta condita.
Grazie a Valeria ho anche scoperto Amaversa di Monteversa, un bianco incrocio Manzoni, fruttato e piacevole che soprattutto con il baccalà mantecato trovava la sua degna spalla.
Sui primi piatti, davvero abbiamo avuto l’imbarazzo della scelta, sembravano tutti interessanti, abbiamo optato per tre piccoli assaggi: uno spaghettone con seppioline ristretto di pomodoro e timo,
gnocchetti acqua farina con crema di scampi e stracciatella e pasta e cicoria, olive, lenticchie e finocchietto. Più di tutti gli gnocchi hanno incontrato il mio gusto: la cottura dal dente e il condimento profumato di pesce con la stracciata che riusciva a dare un tocco cremoso finale, rendevano il piatto gustoso esaltando il sapore del mare.
Da non sottovalutare i: fusilloni cicoria, olive, lenticchie e finocchietto, nella loro semplicità si ritrova il gusto di un piatto confortate con quella sferzata di sapore e aroma che viene dalle olive e dal finocchietto, il fusillo è ben condito con la cicoria e alla base del piatto questo letto di lenticchie, mangiato insieme, con un cucchiaio, il connubio del vegetale e del legume è piacevole.
Per quanto riguarda i secondi piatti, un applauso alle loro animelle impanate ai grissini, asparagi e maionese all’aglio, io le ho adorate sono schiacciate come fossero piccole cotolette, ben cotte e l’aroma della maionese all’aglio e del timo che riportava proprio il gusto mediterraneo secondo me stava molto bene. Interessante il petto d’anatra con coriandolo e ristretto di limone e buono il baccalà aglio, olio e peperoncino con patate schiacciate, per nulla salato.
Per la parte dei dolci non potevo non assaggiare la mousse al cioccolato che qui viene proposta condita con olio extravergine della sabina, rosmarino e pane carasau. Consistenza piacevole e gusto intenso di cioccolato accentuato da una piccola aggiunta di sale.
Trattoria Pennestri mi è piaciuto non solo per la cucina di Tommaso Pennestri, sì da trattoria, ma non da trattoria qualsiasi e spero che questo sia emerso da quanto raccontato, mi è piaciuto per il servizio semplice ma attento, per la bella atmosfera che Valeria Payero riesce a creare in sala, ti accontenta, ti consiglia e sorride a tutti, accoglie come a casa i suoi clienti. Mi è piaciuto per la selezione dei vini, proposte del Lazio e una interessante selezione di produttori naturali. Un ristorante in cui tornare spesso e volentieri anche per il buon rapporto qualità prezzo.