La torta mimosa per me, ha sempre avuto quel gusto un po’ vintage. Il pan di spagna immerso del liquore, che non ho mai amato e poi quella consistenza mollacciosa. Io la torta mimosa non l’ho mai amata…. Poi ti trovi un giorno a dire: mi chiedo davvero se quella fatta in casa ha davvero lo stesso gusto e lo stesso fascino retrò di quelle che vedo apparire nelle pasticcerie per l’8 marzo.
Dagli anni 80 a oggi, si è fatta strada diventando un classico ci sarà una ragione?
Va bene, riscattiamo la torta mimosa troppo bistrattata è stato il mio credo quando mi sono messa all’opera. 🙂
A volte succede e non c’è da meravigliarsi, quando si impiega fatica e tempo per realizzare qualcosa, non si può non apprezzarlo. Così la mimosa, le sue bricioline (che a me tanto briciole non son venute purtroppo!) quella montagna dorata, quella crema di farcitura e la bagna che ho evitato accuratamente di fare con l’alchermes ha ho fatto con succo d’ananas, non mi è dispiaciuta affatto.
E’ una torta abbastanza facile da realizzare perché una volta fatte le basi: pan di spagna e crema basta solo assemblare.
In diretta dagli anni 80 per festeggiare degnamente tutte le donne e l’8 marzo la torta mimosa:
TORTA MIMOSA
(da 24 cm)
Per i 2 dischi di pan di spagna per da 24 cm:
8 uova
230 gr di zucchero
100 g di farina
100 g di fecola
1 pizzico di sale
Utilizzare uno sbattitore elettrico per lavorare le uova, dovranno montare a lungo almeno 20-25 minuti, insieme allo zucchero. Devono diventare una massa gonfia, ben spumosa e di colore giallo chiaro.Ill
Aggiungere la farina e la fecola mescolate insieme, setacciandole via via nel composto di uova, a piccole dosi e con movimenti delicati in modo che le uova non si smontino.
Versare l’impasto negli stampi imburrati e infarinati, livellarlo bene dando un paio di colpi sul tavolo con la teglia piena e infornare a 150°.
Forno funzione ventilato e preriscaldato, per circa 40 minuti.
Lasciar freddare prima di sformare i dischi.
Per le creme della farcitura:
300 gr latte intero
120 gr tuorli (circa 6)
150 gr zucchero
60 gr farina
1/2 bacca di vaniglia
Per la pasticcera io utilizzo l’ormai collaudato metodo di Montersino:
Montare i tuorli con le fruste e unire: lo zucchero e, se volete, i semi di una mezza bacca di vaniglia. Lavorare a lungo fino a che i tuorli non diventano chiari e spumosi, a questo punto setacciare la farina all’interno continuare a montare, fino a che il composto non sarà ben amalgamato.
Versare il latte in un pentolino a fondo spesso e lasciarlo scaldare a fuoco basso fino a che non comincia a fare una leggera schiuma senza bollire.
A questo punto si versano in un colpo solo i tuorli montati nel latte.
Il latte inizia a sobbollire. Non mescolare!
Appena il latte prende il bollore formando delle bolle grandi che scoppiano si può mescolare un paio di volte e togliere dal fuoco.
La crema in 5 secondi sarà già densa e si deve trasferire rapidamente in contenitori freddi perché non continui la cottura.
Per la facitura:
100 ml di acqua
50 ml di succo di frutta
50 grammi di zucchero
200 ml di panna fresca da montare
25 grammi di zucchero a velo
Allungare il succo di frutta con l’acqua facendo sciogliere bene lo zucchero all’interno.
Montare la panna. Una volta che ha raggiunto quasi la consistenza desiderata, aggiungere lo zucchero a velo trasferire in frigorifero.
Unire la panna fredda e la crema fredda, lasciando da parte 3 o 4 cucchiai della prima da parte.
Tagliare i due dischi di pan di spagna a metà, se ne ottengono 4. Rifilare i bordi di uno di questi, dove la pasta è diventata scura e toglierli. Tagliare a cubetti il disco.
Assemblare i vari strati iniziando dal primo disco di pan di Spagna da bagnare con lo sciroppo e coprire con un cucchiaio di panna montata quindi aggiungere un po’ crema e panna insieme e coprire con il secondo disco ripetendo tutte le operazioni fino ad arrivare al terzo e ultimo disco che va ricoperto con la crema avanzata.
Ricoprire tutta la torta con la crema avanzata prendere il pan di spagna tagliato a cubetti in precedenza e sistemarli su tutta la superficie esterna. Mettere in frigorifero per far rapprendere.