Simit

Simit

Una volta, in Turchia, ero su un Caicco a largo di Bodrum, l’equipaggio della nave ci servì del caffè. Al diavolo a me il caffè Turco non piace! Avrei preferito di gran lunga un bicchiere di Raki con del ghiaccio, per placare l’arsura di salsedine e sole a picco.
Invece niente, mi arriva una bella tazzina fumante di caffè nero, fatto con una vecchia moka.
Il liquido era spesso, denso, tostatissimo… Oh Santo Cielo! Devo proprio berlo??
“Si” mi dice la signora che l’aveva preparato “se lo bevi ti leggo il fondo!”

Totalmente affascinata dalla possibilità di conoscere il mio futuro attraverso quella bevanda, trangugiai il caffè, il più velocemente possibile per non sentirne il sapore e sapere subito cosa mi riservava il futuro.

Ora, la posa di quel caffè, era talmente spessa che copriva totalmente il fondo della tazzina e non lasciava intravedere nessuna forma.
La signora però studiò attentamente il contenuto. Ruotò la tazzina tra le mani, prima in senso orario e poi antiorario inclinandola leggermente.
Allora proferì parola, e mi disse che la mia vita sarebbe stata lunga e che lei vedeva due figli, se maschi o femmine non era dato di saperlo!
Ancora quel momento ce l’ho ben impresso nella mia mente, per il rito che i Turchi attribuiscono a questa antica bevanda, dalla sua preparazione all’antica arte di leggerne i fondi, sono gesti che colpiscono.

Tanti sono i ricordi che mi legano alla Turchia, dalle sue coste, fino alla Cappadocia, gli impressionanti camini delle fate, e i Turchi, gente socievole, disponibile, come non avrei mai creduto. Per questo, in omaggio ai molti ricordi di belle vacanze trascorse lì, ho deciso di partecipare al contest “A cena con gli Ottomani“, organizzato da Rossella, con Lucia Galasso e Irene Fabbri.
Scegliendo di riproporre lo street food turco per eccellenza: i simit.

Cosa sono i Simit? Sono delle ciambelle di pane ricoperte di sesamo che vengono vendute dagli ambulanti per strada, ricetta antichissima datata 1525, che si diffuse, con le sue numerose varianti, in tutto l’impero Ottomano. Mi sembrava la ricetta giusta per partecipare a questo contest, se non fosse che non prevede l’utilizzo di caffè e allora… Bè ce l’ho aggiunto io. Nella bagna dei Simit, lo so poco è ortodosso, ma poi vedrete nella ricetta.

Alcuni associano questo tipo di pane al bagel, io in realtà ho scoperto essere molto diversa, soprattutto grazie alle spiegazioni che ho trovato dalla mia amica Turca trapiantata a Roma Hande, aka Vinoroma. Ho realizzato i simit con la sua ricetta dimezzando la dose aggiungendo il caffè, alla bagna, in realtà, questo incrementa il gusto tostato del sesamo e non è affatto male, provare per credere.

SIMIT

Dosi per 4 anelli:

250 gr di farina manitoba
5 gr di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di sale
300 ml di acqua tiepida
2 cucchiai di melassa (se lo avete il Pekmez)
1 tazzina di caffè (eresia!)
70 gr di sesamo

Accendere il forno alla massima potenza.

Mescolare la farina e il sale in una ciotola.
Sciogliere il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida aggiungere il lievito alla farina e poi il resto dell’acqua.

L’impasto potrebbe richiedere più o meno acqua di quella indicata, tutto dipende dalla farina e dall’umidità dell’aria. La consistenza che si deve ottenere alla fine dei circa 10 minuti di impasto è quella morbida del lobo di un orecchio.

Lasciate riposare l’impasto in un luogo caldo, coperto, per 15 minuti.

In una piccola ciotola, mescolare la melassa con in una tazzina di caffè espresso. Deve essere caldo così di scioglie meglio. La ricetta originale prevede l’utilizzo di acqua a questo punto.
Mettere il sesamo in un piatto piano.

Dividere la pasta in 4 pezzi della dimensione di una pala da tennis. Spingere il pollice in mezzo per fare un buco, quindi girare lentamente l'”anello” intorno, con entrambe le mani arrotolando. allargare il buco e ottenere delle ciambelle dello spessore di un dito.

Spennellate gli anelli con il composto di caffè e poi, uno ad uno, passare gli anelli nel sesamo. Posizionare i simit su una teglia e cuocere per ca. 10 minuti, fino a che non sono dorati

Hande specifica che lei usa anche congelare l’impasto prima della cottura. All’occorrenza scongela un ora prima e li cuoce, oppure da congelati li mette direttamente in forno ma servono una ventina di minuti.

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