Ad Ostia, sul limitare della zona di levante, appena superata via delle Baleniere c’è un piccolo centro commerciale dove di recente hanno aperto i battenti svariati punti di ristoro, al primo piano, da due anni e mezzo c’è il più importante, il ristorante che ha fatto da apripista a tutti gli altri, sto parlando di Red Fish.
Da Red Fish si comincia così, senza troppi preamboli, mentre si sfoglia la carta dei vini e mentre ancora ti guardi intorno, il benvenuto dello chef appare magicamente sul tavolo, una serie di piccoli finger food sfiziosi a portata di dita. Sono: la spugna di prezzemolo e maionese, i cracker neri alle olive e arachidi, il croccantissimo fusillone di riso soffiato cacio e pepe, bocconcini di salmone e la provetta prugne e sweet and sour.
In cucina, se sbircio dalla parete a vetri, individuo Antonio Gentile, giovanissimo chef, che dopo l’esperienza con Heinz Beck e Apeda, sbarca ad Ostia e porta avanti la sua idea di cucina moderna e senza comprossi. Già dall’antipasto si percepisce il carattere e la voglia di fare di questo chef, secondo quando ci racconta è stato ben difficile da far accettare il suo concetto di cucina ad un certo pubblico “ostiense” abituato a “spaghetto alle vongole” e “fritturina”, però con il tempo e la tenacia forse ha raggiunto il suo obiettivo. In sala la cortesia di Emiliano Moretti e Francesco Polito è rassicurante, sono figure discrete e attente che non mancano di dispensare consigli e chiarimenti all’occorrenza.
Altro assaggio che è arrivato insieme all’antipasto è stata una deliziosa porzione di takoyaki, in perfetto stile Giapponese. Come mai? Perché da inizio gennaio, una parte di Red Fish è stata adibita ad “Aka” sushi, il regno di Micaela Giambanco. Chef italiana con una nutrita esperienza nipponica che propone sia sushi sia piatti tradizionali giapponesi meno noti ma eseguiti magistralmente.
Anche se appartiene al menù autunnale, questo assaggio è stato di mio gradimento, si chiama i gamberi rossi ed è infuso di gamberi, castagne, liquirizia e funghi porcini, piccoli inserti croccanti lo movimentano. La dolcezza del gambero e delle castagne lo rendono tondo nel gusto, il vegetale della verza e infine il saporito brodo donano al tutto la giusta complessità.
Il piatto di sgombro marinato e affumicato, servito subito dopo, all’interno ha senz’altro tanti elementi. Prima di tutto nascosto sotto la cloche il fumo di legno di ciliegio, poi si distingue il pesce particolarmente saporito e la freschezza del sedano, arriva la nota dolce e acidula dei pomodorini confit e dei lamponi che completano il quadro, con la pallina di caprino fritta.
Le Cappesante e patate bruciate sono servite con salsa agrodolce, povere di liquirizia, pane croccante, pomodoro e capperi sotto forma di polvere, bella la consistenza della cappasanta delicata e armonica la quenelle di patata.
Ha incontrato totalmente il mio gusto il Carciofo Gentile sto parlando di un carciofo alla romana, servito con crudo di gambero bianco e zafferano, una portata deliziosa, infatti è anche uno dei piatti più noti dello chef. Anche in questa circostanza tutto è sempre giocando su l’unione di consistenze diverse, che generano un connubio gradevole al palato.
Ancora dalla zona sushi, arrivano in assaggio dei nighiri e una buonissima insalata di patate.
Concludo, ormai sazia, con un primo piatto i fagottelli cacio e pepe questi vengono completati con gamberi rossi marinati al lime e salsa al finocchio. Bene, devo ammettere che questo primo piatto è gustosissimo, il fagottino ha una sfoglia sottile e il ripieno di cacio e pepe è ricco di sapore, il palato si rinfranca con la salsa al finocchio e il gusto del lime. Il piatto che forse più di tutti ho preferito.
Predessert: una piccola sfera di cioccolato bianco ripiena di sorbetto e il dessert vero e proprio: la brownies un dolce della pastry chef Federica Valleriani che si compone di: torta al cioccolato, mousse al cioccolato bianco, zuppetta di agrumi e zenzero. Un bel dessert fresco e non troppo dolce, come li preferisco.
Conclude la cena la piccola pasticceria con cioccolatini e biscotti.
In questi 2 anni e mezzo sono stata credo 4 volte in questo locale, solo oggi mi sono decisa a parlarne e questo perché l’ho trovato sempre migliorato nel tempo. In più, il fatto che ora finalmente anche ad Ostia so dove trovare della buona cucina giapponese, mi rincuora moltissimo (per chi non lo sapesse io lavoro ad Ostia). Per tutte queste ragioni, faccio un in bocca al lupo a tutto lo staff del Red Fish e Aka sushi, con l’augurio di tanto meritato successo.
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