Il kamut, una farina che si vende in tutti i supermercati biologici, ed è lì a far capolino tra la farina al farro e quella di segale, anche se da queste è senz’altro molto diversa.
Il kamut è un marchio registrato, il che vuol dire che per coltivarlo si deve avere l’autorizzazione della casa Statunitense (la Kamut intenational), che lo ha brevettato, facendo incrociare un antico grano originario dell’Iran e il grano comune.
Le aziende invece che decidono di coltivare kamut senza autorizzazione non possono chiamarlo così, ma utilizzano il suo antico nome Khorasan. Questo grano è prevalentemente diffuso in Montana, anche in Italia e in altre zone del mondo si è tentata la coltivazione ma questa non ha portato a risultati interessanti, quindi… In realtà la maggior parte del kamut che ci troviamo ad acquistare viene da molto, molto lontano, anche se spesso viene macinato in Italia.
Tuttavia non tutti sanno, che cosa stanno acquistando comprando questo cereale, così ho scelto di proporvi oggi, questa ricetta di pane per raccontavi questa storia e poi, lasciar decidere voi stessi, se preferire farine a chilomentro zero o farsi ammaliare dal fascino di questo nome.
Solo un ultima cosa riguardo, l’acqua che ho usato per questo pane… E’ l’acqua di cottura della verdura, acqua che fa benissimo perché ricca di sostanza che verdure come spinaci e bieta perdono durante la cottura. Quest’acqua si può tranquillamente bere oppure utilizzare per fare il pane… Oppure se proprio non sapete come usarla, ci si possono innaffiare le piante, ma è un vero peccato buttarla via.
PANE AL KAMUT CON ACQUA DI COTTURA DELLA VERDURA
300 gr di farina di kamut integrale
200 gr di farina buratto tipo 2
400 gr di acqua di cottura della verdura (spinaci/bieta)
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di malto
3,5 gr di lievito di birra disidratato
Mescolare le farine e aggiungere l’acqua di cottura della verdura, va bene sia tiepida che fredda. Aggiungere il lievito, il malto e alla fine il sale, sempre mescolando. L’impasto va trasferito in una ciotola di vetro o di metallo leggermente unta e dimenticato il frigo dalle 24 alle 48 ore.
Tirato fuori da frigo, trasferire l’impasto in un cestino da lievitazione, ben infarinato. Non schiacciare l’impasto, semplicemente trasferirlo toccandolo il meno possibile.
Lasciar tornare il pane a temperatura ambiente facendolo lievitare ancora 2/3 ore.
Nel frattempo, accendere il forno al massimo della potenza e lasciarlo scaldare bene, almeno per tre quarti d’ora.
Spesso il problema dei forni è che l’indicazione che arriva dalla luce che segnala che ha raggiunto la temperatura non è corretta, quindi o usate un termometro per sapere qual’è l’effettivo calore, oppure si accende il forno con largo anticipo.
Capovolgere la pagnotta, su una teglia con carta forno e cuocere 30-40 minuti. Abbassare la temperatura a 19° per l’ultimo quarto d’ora.
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simo dice
che “panone” bellissimo!
Buon lunedì!
babs dice
mi piace la farina di kamut, anche perchè ora è molto meglio di quella di anni fa che restava troppo “elastica” per poterci far qualcosa….. bello il pane!
ciao Elisa 🙂
Ileana dice
Adoro la farina di kamut e utilizzare l’acqua di cottura delle verdure è geniale, proverò sicuramente! Amo sempre di più le tue foto sai? 🙂
Cuoca tra le Nuvole dice
Vorrei assaggiare una bella fetta di questo pane appena sfornato. Interessantissime le informazioni che ci hai dato sull’origine di questa farina.
Tery dice
Veramente bella bella l’idea di usare l’acqua delle verdure per fare il pane!!!
Io di solito la uso per innaffiare, ma questa alternativa la trovo molto molto interessante!! Te la copierò! :-))
Marina dice
Questo pane è molto bello e sicuramente buono. Ho diverse perplessità sulla farina di kamut, proprio per i motivi che dici, alla fine viene da lontano e il costo è alto non per la sua produzione ma perché c’è un marchio registrato…
Questa cosa dell’acqua di cottura devo ricordarmela la prossima volta che cuocio gli spinaci 😉
Serena dice
No, guarda, non ci posso credere, siamo sintonizzate in modo assurdo. Non solo ieri ho fatto il pane di farro, altro cereale d’antan, ma ho utilizzato anch’io liquidi di recupero, per la precisione il siero ottenuto dalla preparazione casalinga della cagliata. Adesso mi segno anche questa dell’acqua delle verdure, in genere la utilizzo per il risotto, ma faccio più spesso il pane!
Carolina dice
Pensa che scopro tutto adesso: il kamut come marchio registrato e come “geneticamente modificato”, così come l’altro nome khorosan. Ci devo essere stata troppo poco evidentemente in Montana… 😉
Le foto sono splendide.
Buona settimana tesoro e buon ottobre!
manuela e silvia dice
Semplice ma rustico! come piace a noi!
baci baci
Iris CUCINOlogia dice
decisamente kilometro zero!! grazie per le preziose info… splendide foto come sempre ^_^
baciiiii
i
Iris CUCINOlogia dice
P.S.: io l’acqua della verdura la uso sempre per fare le minestre … nel pane è un’ottima idea 😀
alessandra dice
Anch’io vorrei assaggiare il tuo pane….deve essere buonissimo!
vaniglia dice
che meraviglia di pane… io il kamut lo uso, mea culpa, come la manitoba quando non trovo farine di forza più “vicine”: dunque ‘sto panetto qua lo farò e come… e poi c’è una cosa che devo assolutamente sapere da te…. come hai fatto a fare quelle striature tonde di farina sopra??? Sono bellissime!
😉
Corrado dice
Sono molto incuriosito dalla farina di kamut, la ricetta è splendida ma non sapevo che fosse una farina brevettata, devo dire che la cosa un po mi inquieta..
Kory dice
You’ve really captured all the estelsians in this subject area, haven’t you?