Che tutto degli Stati Uniti è più grande, più scenografico e più ricco, è una sacrosanta verità e di certo la Napa Valley non fa eccezione a questo.
Tempio del vino californiano, anzi americano e famosa perché concentra le più grandi e rinomate aziende produttrici di vino sul nuovo continente.
Durante il mio viaggio estivo sono riuscita a passare qui una giornata e mezza e, per quanto possibile, ho girato per scoprire cosa avesse di così incredibile questa zona.
Anzitutto si arriva a Napa, nel mio caso, da San Francisco passando per Sonama, ci sono all’inizio paesaggi abbastanza brulli e desertici fino a che si inizia ad addentrarsi tra collinette che pian piano si ricoprono di verde, sempre di più e sempre di più, fino a che non se ne distingue più la fine.
Mentre viaggiavamo in macchina mi sono stropicciata gli occhi, mi sembrava che quei vigneti luccicassero, poi mi sono resa conto che non era un allucinazione, c’erano della strisce di plastica argentata tra i filari messe a posta per scacciare gli uccelli, che si muovevano con il vento creando l’effetto di mille luccichii.
Sono state due le aziende che sono riuscita a vedere: la prima è stata quella di Robert Mondavi e la seconda è stata Opus One. Purtroppo con tempi così stretti ho deciso di scegliere queste due, quali più grandi e più conosciute, non so se alla fine son state davvero le più rappresentative.
L’azienda di Mondavi, forse storicamente la più importante di tutte qui, inizia il suo percorso negli anni 70 e realizza una serie di join venture con il Baron Philippe de Rothschild of Château Mouton Rothschild per creare Opus One Winery, l’azienda che probabilmente produce i vini più cari di tutta Napa.
Robert Mondavi, il fondatore di tutto questo, ha ovviamente origini italiane e, inutile dirlo, i suoi vini, a partire dal nome fino ad arrivare allo stile che hanno, subiscono influsso francese e italiano.
Un cosa che di italiano però sicuramente non hanno queste aziende qui, sono le modalità di vendersi e far parlare di loro, infatti accolgono moltissimi turisti al giorno organizzano super tour da ogni prezzo e con ogni modalità e in questo di certo non bisogna pregarli se si bussa alla loro porta per una visita. All’interno della cantina di Mondavi ad esempio, è disponibile un ristorante dove si possono stappare anche annate vecchie dei vini dell’azienda, sale concerti e possibilità di tour in cantina e vigna. Basta solo decidere quanto si vuole spendere.
I vini assaggiati, sono stati due bianchi due rossi e un moscato, erano senza sbaffature tutti gradevoli e oserei dire “da manuale” il più interessante è stato a mio avviso il Cabernet Sauvignon Riserva 2011, esattamente il linea con quello che mi aspettavo: un frutto rosso e vibrante unito a sentori di legno abbastanza invasivo, vaniglia, liquirizia e tostatura, tannino ingentilito dal prolungato affinamento.
Meno interessante invece il “moscato d’oro” eccessivamente dolce e poco strutturato, a mio avviso.
Riguardo i due bianchi devo dire che anche l’altisonante: Blanc Fumè è interessante, naso classico del vitigno sauvignon, al quale si aggiunge un 5% di semillion, è un vino fresco e anche con una certa complessità data dalla permanenza sui lieviti di circa 10 mesi.
Qualora siate interessati a passare la serata in questa zona i centri più carini dove passeggiare e recarsi per cenare sono la cittadina di Napa e Yountville. Entrambe cittadine “artificiali” costruite intorno al business delle grandi cantine. Napa in particolare, si sviluppa lungo un fiume, oltre ad una via principale dove si susseguono alcune vinerie, olioteche o negozi di sigari non offre poi molto se non un passeggiata gradevole prima che le attività commerciali chiudano i battenti.
Yountville è molto graziosa, è fatta in stile più francese, aiuole curate, piccoli alberghi caratteristici e qualche negozietto, più carina ma con ancora meno vita di Napa.
Altra meta per fare una passeggiata, ma sempre tra quelle che definisco “artificiali”, è il castello di Amorosa, la ricostruzione di un castello stile italiano immerso nelle vigne, all’interno si tengono degustazioni ed eventi vari, pagando un biglietto di ingresso sono compresi alcuni assaggi di vino.
Tornando invece sul grande stradone che passa per le aziende vinicole, non distante da Mondavi si può accedere della la meravigliosa cantina di Opus One. Se ne resta incantati dalla bellissima architettura che quasi si camuffa tra le piante, visto che è ricoperta da prato verde e nasconde al suo interno alberi di ulivo e una bella terrazza da dove ammirare il vigneto e degustare il vino.
Qui l’assaggio si è limitato al calice dell’annata corrente ossia la 2011, composto da: Cabernet Sauvignon 71%, Merlot, 11%, Petit Verdot 9%, Cabernet Franc 8% e Malbec 1% un vino godibilissimo, senza sbavature, ancora giovane ovviamente. Al naso si percepiscono i profumi di frutta rossa, netta anche la presenza di legno sotto forma di vaniglia e spezie scure, ma il tutto sta insieme con un eleganza e risulta gradevole. Mi rimane la curiosità di assaggiare annate più vecchie per vederne l’evoluzione. Un bicchiere che non si dimentica facilmente, specialmente se gustato al fresco sugli enormi tavoli rotondi di marmo e con la musica classica di sottofondo, un setting che farebbe apprezzare anche il vino più comune.
Tra calici di vino assaggi per cantine, a volte un posticino dove fare una sosta per colazione e inframezzo salato potrebbe far comodo. L’indirizzo che non si deve perdere è sicuramente la Bochon Bakery di Thomas Keller, i cornetti sono buoni e si trova anche del buon pane (cosa che in America è piuttosto difficile incontrare).
Al mattino bisogna solo mettersi l’anima in pace e fare la lunga fila, per i suoi PBC cookie (peanut butter chocolat) e brioche.
Accanto c’è anche il bistrot sempre di Keller. Entrambi situati a Yountville.
Se invece cercate un hamburger di quelli epici, stando alla fila che c’è fuori, non potete perdevi: Taylors Refresher a Sant Helena.
Credo di aver raccontato tutto su ciò che a Napa ho potuto cogliere, io sono ripartita da qui molto felice anche se avrei voluto più tempo per capire e assaggiare questo territorio. I vini degustati e l’esperienza fatta nel complesso non è stata molto diversa da quello che pensavo, calici interessanti, molto godibili e molto cari. Per i vini rossi l’uso del legno forse lì caratterizza un po’ troppo dando l’impressione di una vino costruito e poco autentico, stessa impressione che ho avuto della città di Yountville, fatta a posta per il turismo ricco di Napa, stessa impressione che ho avuto quando ho visto il trenino turistico, dall’aspetto vintage che porta i turisti tra le aziende del vino, stessa impressione di quando passeggiando per Napa si susseguono negozietti di souvenier con le magliette e le calamite come in qualunque altra parte del mondo.
Per concludere il post e lasciare un ricetta, a tema sempre uva, vi consiglio di provare questo mix: uva a bacca rossa, avocado ben maturo, foglie tenere di valeriana e soprattutto mandorle tostate della California, leggermente pestate. Condire con olio e sale.
0
daniela @senzapanna dice
che bel racconto, è bello visitare queste realtà quando si è in viaggio. Proverò anche la ricetta, ho l’uva rossa e ho un avocado a casa!!!
PS: l’avocado è uno dei tuoi?
Rebecka dice
Oh, ma che bellissimo questo giro. E l’insalata deve essere superlativa. Adoro l’avocado, tanto che ne mangio in media 1 o 2 a settimana. E visto che comunque è tempo di uva, approfitto e la faccio questo sabato.
Baci
Patty dice
Mi sento male. Sono stata a Napa e St Helena esattamente 16 anni fa ed ho praticamente fatto il tuo giro, sosta a Bouchon ed ad Opus One ed ad un altro grande produttore di cui adesso non ricordo il nome, ospite di un Tour Operator con il quale allora lavoravo. Un paesaggio che non dimenticherò e ho risognato guardando Sideways tempo dopo.
Spero che tu abbia avuto del tempo de visitare S Francisco ed le meraviglie dei suoi dintorni. Aspetto nuovi racconto. Un abbraccio.
Serena dice
Ti ho letta tutta d’un fiato, sai bene che sono sensibile all’argomento… anche se, come te, trovo i vini californiani molto artificiosi, probabilmente a causa dell’eccesso di lavoro in cantina, che va a discapito del varietale e a vantaggio di un’uniformazione verso il “legno”, che tanto incontra il gusto USA…
Ma, senza dubbio, degustati nella cornice giusta (per quanto anche quella un po’ costruita) e nel contesto di un viaggio grandioso come quello che hai avuto occasione di fare, avranno contribuito a creare un bellissimo ricordo…