La giornata era piuttosto grigia in quel di Trevivano, quando tra pioggia e vento entrammo nella porta del ristorante La Parolina, ci è sembrato subito di essere accolti da un bel tempore.
Sicuramente l’arredo fatto di tanti piccoli dettagli, le sedie morbide e il calore della sala ci hanno fatto sentire subito ben accolti. La Parolina non si trova nel centro storico di un borgo, ma si trova in un quartiere residenziale, dove tante villette si affiancano l’una all’altra e una di queste è il ristorante, affacciato su una valle che si apre su una distesa verde che consiglia il relax e calma.
Non vedevo l’ora di provare la cucina di Iside de Cesare perché in passato avevo già frequentato un suo corso di cucina e ne ero rimasta proprio entusiasta, quindi avevo grandi aspettative di questo pranzo.
Ci sono ovviamente la possibilità di scegliere un menù alla carta oppure il menù degustazione “La Tuscia nel piatto” sono 10 portate a 120 euro. I menù cambiano in base alle stagioni, io sono stata quando ancora c’era la proposta invernale, invece adesso troverete piatti più primaverili. Noi optiamo per il menù degustazione
Il pranzo si apre subito con: grissini, pane di grano duro insieme ad una mousse di olio extravergine.
Imperdibile il caviale di Onano, servito come entrèe, si tratta delle pregiate di lenticchie di Onano che hanno la caratteristica di essere totalmente nere, sono servite tutte in fila nella scatolina di alluminio insieme a patate e scorza di lime. L’idea è davvero simpatica, ma soprattutto il concetto che porta con se. Valorizzare il prodotto del territorio che seppur povero rappresenta un eccellenza di zona che va tutelata e raccontata enfatizzandone l’importanza.
Segue il gelato di ceci di Valentano con chips di ceci, anche qui è il concetto è sempre la valorizzazione dell’ingrediente declinato nelle sue diverse forme e consistenze, fino a renderlo sorprendente.
Il piatto che più di tutti ho apprezzato del pranzo è stata la: Sbroscia, con gnocchi di rapa e patate viola. La Sbroscia e una zuppa di pesce di lago povero, tipico della zona di Bolsena, anzi precisamente del paesino di Marta, dove attualmente ancora si fa la sagra.
In passato la Sbroscia si preparava direttamente sulla riva del lago, dopo che i pescatori erano tornati dalla pesca, in un recipiente di terracotta si univano diversi tranci di pesci come luccio, tinca, persico, l’anguilla (vi ricordate che vi ho parlato della storia delle anguille e del lago di Bolsena?!) si utilizzava acqua presa direttamente dal lago di Bolsena e si univano alla zuppa gli aromi: mentuccia, basilico, prezzemolo. Infatti tutti questi aromi erano anche nel piatto della chef, perfettamente legati al delicato gusto di pesce e alla piacevolezza degli gnocchi. Un piatto confortante, colorato che profumava di finocchietto e davvero mi resterà nel cuore.
La tartare con crema di nocciole, nocciole e olio di olive disidratato faceva da apripista ai primi, quindi alla zuppa di cui sopra e ai ravioli ripieni di maialino con finocchietto salsa di soia e aceto balsamico, si resta in Tuscia però si viaggia lontano perché i ravioli sono in stile Jioza cinesi, il sapore però è molto di cucina laziale ed è delle nostre terre. Altro bellissimo piatto
Segue una zuppetta di faglioli con pesto leggero, trippette di baccalà e maialino soffiato dalla croccantezza era pazzesca! Molto buono anche il pollo, ultimo secondo piatto che viene servito con peperoni cruschi, mousse di patata e la sua salsa di cottura. A parte viene servita anche l’aletta dello stesso pollo un invito a non sprecare e assaporare le consistenze diverse di ogni parte.
Per La Parolina, è ormai un icona il fatto di servire a fine pasto: “L’italia squisita”.
Un piatto dove è rappresentata la nostra penisola e su ogni regione prende posto un dolcetto che la rappresenta.
Via con i gianduiotti in Piemonte, la gubana in Friuli, i cantucci in Toscana, la sfogliatella in Campagnia, solo per citarne alcuni, ma l’idea è così divertente che non si finisce più di assaggiare e sorprendersi. Anche il dessert servito era delizioso.
Ad accompagnare il pranzo abbiamo iniziato con due champagne il Clos du mesnil Krug 2002 e il Wiston Churcil stessa annata. Il Krug era perfetto, nella mia classifica personale secondo al Krug 1990 bevuto anni addietro, il Pol Roger invece aveva qualche sentore di inizio di terziarizzazione, ma probabilmente ha avuto solo la sfortuna di essere stato aperto con un fuori classe accanto!
L’Echezeaux di Cecile Trembley 2018 ha accompagnato egregiamente la seconda parte del pranzo.
A La Parolina si può anche dormire e vi consiglio di cercare qualche offerta di Groupon a volte hanno dei pacchetti scontati,per un weekend di primavera è perfetto soprattutto perché Trevinano di trova tra il Lazio l’Umbria e la Toscana, qui la cucina unisce un po’ una serie di tradizioni diverse di tutte e tre le zone e sopratutto se si vuole fare qualche gita nei dintorni ci sono tante possibilità interessanti nelle vicinanze tra i borghi più belli d’Italia.
La Parolina
Via Giacomo Leopardi, 3, 01021 Trevinano VT
lunedì e martedì chiuso
Tel: 0763 717130