Premetto che sarà un lungo post, dove cercherò di addensare cose diverse della mia esperienza di viaggio nelle zone sud dell’Africa.
In tanti sui social mi avete chiesto di condividere l’itinerario e qualche info su come organizzare un viaggio come il mio, quindi eccomi qua pronta a condividere tutto con voi, senza troppi preamboli.
Riguardo i voli per arrivare, prima cosa: non ci sono voli diretti per Johannesburg, né da Milano né da Roma, è necessario almeno uno scalo in aeroporto intermedio, per noi è stata conveniente la sosta a Dubai per poi raggiungere la meta.
La fortuna di quando si va in sud Afriaca in estate (per noi) è che non ci sono fusi orari perché non ci stiamo muovendo sui meridiani, quindi troverete un clima fresco perché è inverno e nessuna variazione di orario, questo consente di riprendersi rapidamente dal viaggio che comunque è lungo! Roma- Dubai sono 5 ore, dopo lo scalo vi aspettano altre 8 ore per Johannesburg.
La giornata del 15 agosto per noi è andata tutta in viaggio, atterrati a Johannesburg, abbiamo alloggiato nel quartiere di Melrose, uno di quei quartieri “pettinati” dove ci sono grandi strutture alberghiere e locali di ristorazione, se posso consigliarvelo, l’Africa Pride Merlore Arch. Hotel è davvero bello e si mangia bene anche nel ristorante all’interno. Da aggiungere che la colazione è stata la migliore di tutta la vacanza!
Il 16 agosto, non abbiamo perso tempo per andare alla scoperta della città, abbiamo preso un tour guidato, prima di tutto perché non ci sentivamo troppo confidenti con la guida delle auto a sinistra, secondo perché ci sono svariati quartieri in queste grandi città che non sono poi così raccomandabili e tranquilli per due turisti. Qui abbiamo affrontato quella che sarebbe stata poi la parte più culturale del viaggio ed è stato più interessante con la spiegazione di una guida. Abbiamo cercato, di approfondire un po’ di temi di nostro interesse della storia del Sudafrica, l’Apartheid, in vigore fino al 1996, la storia del presidente Mandela, gli sviluppi più recenti dei governi dopo l’abolizione delle leggi razziali.
Il posto perfetto per comprendere a fondo questo è il quartiere di Soweto (South West Township), che di base è una township. Mentre in Inghilterra questa parola indica agglomerati urbani in Africa questa parola assume connotazione di quartieri poveri e poco attrezzati riservati ai non bianchi.
Merita la visita l’Hector Peterson Memorial e la casa di Mandela, per comprendere fino in fondo anche le sommosse che hanno caratterizzato gli anni di lotta che hanno portato la transizione del Sud Africa dal colonialismo e dall’apartheid alla democrazia, è obbligo visitare anche Constitution Hill, che ne è l’emblema.
Si resta abbastanza interdetti dopo la visita a queste realtà, ci si rende conto di quanto poco conosciamo della storia dell’Africa e quanto ancora questi paesi siano lontani da certi principi di democrazia per noi “scontati”. E’ davvero pazzesco.
Il 17 agosto andiamo diretti al Kruger Park, con tutti gli interrogativi che hanno caratterizzato la visita a Johannesburg, entriamo proprio nel cuore del viaggio. Le visite al parco Kruger, che è una riserva sono molto spesso organizzate da Lodge che sono limitrofi al parco, nei Lodge ci sono tour organizzati in Jeep che possono partire a svariati orari e comprendere varie opzioni, qui in accordo con il Lodge potete scegliere voi quello che preferite.
I safari imperdibili ovviamente sono quelli all’alba (si parte alle 5 del mattino) e quelli al tramonto dove si possono vedere anche gli animali più notturni.
Noi siamo stati al Mjejane, un Lodge situato sulle rive di uno dei più grandi fiumi del Kruger National Park, il Crocodile River.
Durante i safari in jeep, quello che si ricerca sono i “Big Five”: leoni, leopardi, rinoceronti, elefanti e bufali, restiamo nel parco fino al 19 agosto e siamo stati praticamente sempre in giro a far safari! Fortunatamente li abbiamo avvistati tutti!
Il Kruger è un parco enorme, vasto 20.000 kmq, si estende a ridosso del Mozambico ed è formato da colline, fiumi, valli ricoperte da 336 specie di alberi, fra cui acacie, baobab, mopani, che al tramonto diventano neri quando il cielo è rosso. Costituisce la più importante riserva faunistica sudafricana, dove vivono 137 specie di mammiferi, 507 di uccelli, 112 di rettili, 34 di anfibi e 49 di pesci.
Il 19 dopo un ultimo safari all’alba partiamo alla volta di White River, nella regione di Mpumalanga, siamo sempre vicinissimi al Kruger, ma a circa 5 ore di macchina dal Lodge dove eravamo, questo per far capire quando è immenso il Kruger. In questa zona è possibile percorrere quella che viene chiamata Panoramic Route, dove si può ammirare il terzo canyon più profondo al mondo, le tre Rondavels e anche il Bourke’s Luck Potholes, gola che ricorda l’antelope Canyon, in Arizona. In queste zone venne trovato anche un filone d’oro impressionante, questa regione quindi caratterizzò gli anni della corsa all’oro del paese.
Abbiamo dormito a White River in un boutique hotel delizioso che si chiama Stille Woning.
Il 20 agosto giornata di spostamento, con un volo interno partiamo da Johannesburg per Città del Capo.
L’hotel è a Waterfront, The Commodore Hotel, la zona del lungomare dove ci sono ristoranti e centro commerciale, anche qui siamo nella zona ricca della città.
Segnalo subito una cosa relativa a Cape Town, che se avete messo in programma un viaggio per il mese di agosto, cancellate dalla lista delle cose che è possibile fare, il fatto di salire su Table Mountain (un po’ il simbolo della città), perché in questo mese la funicolare è in manutenzione e si può raggiungere solo con un lungo trekking.
Per il giorno 21, sempre con una guida abbiamo fatto l’escursione al Capo di Buona Speranza, con un battello siamo andati all’Isola delle foche e finalmente siamo arrivati a Boulders Beach, per vedere i pinguini. Visitiamo anche la Riserva Naturale del Capo di Buona Speranza da cui si vedono i vari punti più a Sud dell’Africa e gli struzzi che camminano liberi nella riserva.
Il 22 agosto ci siamo organizzati per fare prima una breve visita in centro a Città del Capo, devo ammettere che non è particolarmente bello, neppure particolarmente rilevante dal punto di vista storico, volendo è una tappa che si può saltare. Dal centro città siamo poi partiti per una visita sempre sulla zona costiera a un paio d’ore da Città del Capo, a un incantevole borghetto sul mare che si chiama Hermanus, dove in questa stagione è possibile avvistare le balene che qui stazionano. Purtroppo arrivati lì il mare mosso ci ha bloccato e non siamo riusciti ad imbarcarci ma abbiamo comunque avvistato qualche esemplare dalla costa, è impressionante quanto siano vicine!
Avrei preferito di gran lunga in queste giornate visitare le cantine vinicole della zona di Stallenboch ma per ragioni di tempo ho dovuto rinunciare, tuttavia una capatina in un’azienda vinicola che si trova ad Hermanus, l’abbiamo fatta. Questa azienda: Hamilton Russel, produce il suo vino usando vitigni internazionali, fa affinamenti in agora e in ceramica e il loro pinot nero è senz’altro interessante, meno il bianco.
Siamo al 23 agosto quando con un volo interno siamo arrivati in Zimbabwe, per visitare Victoria Falls, patrimonio dell’Unesco.
Il viaggio in aereo è durato un paio d’ore e la differenza tra il sud Africa e lo Zimbabwe è evidente, paese molto più povero, burocratizzato e con un’inflazione pazzesca tanto che il loro dollaro non conviene tenerlo nemmeno per qualche ora. Come souvenir ho acquistato qualche banconota dal valore di 50 billon of Dollar!
Arrivati nel Lodge siamo partiti per una crocera sul fiume Zambezi al tramonto, dove abbiamo anche cenato, devo ammettere che questa esperienza da sola valeva tutta la vacanza, lungo il fiume che divide lo Zimbabwe dallo Zambia, un tramonto rosso ci ha tenuto compagnia, insieme agli ippopotami che sbadigliavano sulle rive e il rilassante fluire dell’acqua che scorreva verso le cascate. Cascate che invece abbiamo visitato a piedi il 24 agosto, un percorso a piedi nell’area della riserva con ingresso a pagamento, da cui si potevano ammirare quasi per tutta la loro lunghezza, tranne ovviamente il tratto dello Zambia per cui ci sarebbero state troppe complicazioni di attraversamento dogana.
Nel pomeriggio abbiamo deciso di concederci davvero un’esperienza super: abbiamo prenotato una visita in elicottero. Il paesino di Victoria Falls è pieno di agenzie che offrono rafting, giri in barca e attività come quelle che abbiamo fatto noi, ci siamo trovati bene con l’agenzia Orizon da cui abbiamo prenotato tutto.
Il giro in elicottero sopra le cascata ha una dorata di 15 minuti e vedere l’immensità di questi squarci nel terreno dall’alto è stato incredibile.
Il 25 agosto dalle cascate Victoria ci muoviamo verso il Botswana, la dogana, è affollata e c’è bisogno di un visto, ci hanno chiesto Green pass con certificato vaccinale per passare e finalmente abbiamo raggiunto il parco di Chobe, sull’omonimo fiume.
Questo parco ricopre una superficie di 11.000 kmq e ospita un maggior numero di animali rispetto alle altre riserve del Botswana. Kasane, situata all’estremità settentrionale del parco, è il punto d’accesso alla zona, nonché il centro amministrativo della riserva.
La cosa più impressionante di questa riserva per me sono stati gli elefanti, sono circa 73.000 esemplari suddivisi in gruppi fino a 500 componenti.
Vedere questi giganteschi branchi che attraversano il fiume nuotando con una grande disinvoltura è uno spettacolo che non si apprezza tutti i giorni per chi abita nel nostro emisfero.
Qui i safari possono sempre essere organizzati a cura del Lodge, prendendo o imbarcazioni o jeep 4×4, si vedono animali diversi, nel safari via terra di cui abbiamo approfittato abbiamo visto la caccia di tre leonesse che colpivano un bufalo, invece sul fiume Chobe, c’erano una marea di coccodrilli, uccelli e animali acquatici come gli ippopotami.
Nelle giornate a Chobe il nostro tempo è stato scandito dai safari all’alba e al tramonto, abbiamo cercato di non perdere nemmeno un minuto in questo splendido parco, anche perché per il resto di attività al di fuori di esso non ce ne erano. Anche se il Botswana è più ricco dello Zimbabwe, non c’è un centro dove passeggiare o dei negozi da visitare, anzi addirittura si sconsiglia di uscire dal Lodge da soli per pericolo di essere preda di animali o vittima di furti.
In effetti in questi ultimi due paesi visitati è sembrato un po’ di vivere in una bolla… Si sta nelle strutture ricettive, si vive nella loro atmosfera per turisti e si acquistano pacchetti per i safari a prezzi assolutamente europei, anche i negozietti interni ai Lodge vendono souvenir a prezzi cari persino per noi.
D’altronde forse per vedere questi paesi, se non sei del posto, alternative non ci sono che andare con un “pacchetto” organizzato.
Il viaggio di ritorno da Botswana a Roma è veramente infinito, si parte dall’aeroporto di Kasane, con piccoli aerei di Air Botswana, si transita per Johannesburg, si fa una sosta a Dubai e finalmente in Italia.
A chi mi ha chiesto info sulla malaria, dico che il viaggio in agosto è abbastanza “sicuro”, perché in Africa è inverno e le zanzare non ci sono. Nella zona del Kruger, per precauzione rischio malaria ci si copre bene e si usano repellenti per insetti, noi abbiamo evitato di fare la profilassi anti malaria, abbiamo deciso che per un paio di giorni potevamo tenerci il rischio bassissimo di poterla prendere.
Il consiglio comunque è munirsi di repellenti potenti e indossarli sia sotto che sopra ai vestiti per essere più tranquilli.
Per quanto riguarda i soldi, in sud Africa c’è il Rand, attualmente 100 rand sono circa 6 euro e qui sono abbastanza necessari perché per piccoli acquisti o per le mance (sono prassi obbligatoria, anche nella ristorazione) invece negli altri paesi abbiamo evitato di prendere valute locali abbiamo pagato con dollari, euro o carta di credito.
Cosa avrei fatto di più o di meno??
Sicuramente dopo Chobe avrebbe avuto senso visitare L’Okavango, ma questa aggiunta risultava molto costosa e comportava prendere un altro aereo, privato per raggiungere il delta del fiume… Magari da vedere la prossima volta visitando solo Namibia e Botswana.
Città del Capo è una città che offre tantissime cose da vedere e tre giorni sono troppo pochi per poterla apprezzare davvero, se state pianificando un itinerario su questa località mettete sicuramente un giorno in più.
Per il resto, è vero che in Africa ci lasci un pezzo di cuore e al ritorno si continua a pensare a certi maestosi paesaggi, mirabolanti tramonti, stupefacenti animali che interagiscono tra loro per aiutarsi… A volte si resta senza fiato davanti a tanta bellezza.
Me lo porterò dentro.