In via dei Lucilii al 17, è lì, modesto quasi defilato, riservato, il ristorante il Tino. E’ ad ostia, non lontano dal lungomare in una via in cui non te lo aspetteresti. Da quando ne ho memoria, qui esiste un locale dalla porta a vetri dallo stile semplice ma elegante. La sua gestione e il suo arredamento negli anni sono un po’ cambiati ma, a mio avviso non aveva mai visto lo splendore che ha raggiunto in questi ultimi anni.
Il Tino è un ristorante che ho sempre frequentato dato che lavoro in questa zona, quando ho saputo che aveva finalmente ottenuto il riconoscimento della Stella Michelin sono stata ancora più felice proprio perché a Ostia non ci sono altre realtà come questa.
Daniele Usai e Claudio Bronzi, chef e sommelier, sono l’anima e il cuore di questo posticino lo dirigono con grande passione e classe, si meritano davvero questo riconoscimento per il lavoro svolto sin qui.
Nonostante mi sia capitato svariare volte di provare la loro cucina, non avevo mai parlato del Tino su queste pagine, avevo solo condiviso i bei momenti trascorsi sui social.
Oggi però, il nuovo menù e l’occasione dei festeggiamenti dei 9° compleanno di Senza Panna mi hanno portato a mettere mano alla tastiera.
I pane sono tutti realizzati da loro e variano a secondo dell’estro dello chef. I grissini vengono serviti in grandi vasi in vetro a centro tavola, questa volta erano alle erbe e alla rapa rossa.
Come benvenuto ci viene servito subito un’ostrica accompagnata da un flute di champagne J. de Telmon grande reserve, in magnum.
Seguono gli antipasti gli “Scampi, finocchio, pomodori passiti, arancia e olive taggiasche” vengono serviti con la salsa di finocchio a parte e da bere ci è stato suggerito l’abbinamento con un altro champagne che non conoscevo e che ho trovato particolarmente interessante anche con questo piatto: Demarne Frison, un pinot noir, brut nature.
Champagne che ha accompagnato anche il secondo antipasto: “Ombrina affumicata, pere nashi e porro” connubio ottimo dei gusti nel piatto, un po’ meno l’abbinamento con il calice.
Mentre passando ai primi ho assaggiato gli “Agnolotti di grano saraceno alle mazzancolle con estratto di rapa rossa, limone e zenzero”, anche in questo caso l’estratto di rapa rossa viene servito a parte creando un divertente contrasto cromatico. Da bere insieme: un calice de L’insolite Domaine des Roches Neuves, un vino naturale della Loira.
Un fuori menù che lo chef ha voluto farci provare sono gli “Gnocchi al mandarino con trippe di baccalà stufato e spadellato e spinaci”, una ricetta che ho anche trovato sul numero di Cucina&Vini di questo mese, dove c’è un intero speciale su Daniele Usai. 😉
Il succo dei mandarini viene filtrato e poi lasciato caramellare, poi aggiunto insieme alle scorze, alle patate. Una parte delle trippe di baccalà vengono stufate in padella con della cipolla e dell’aglio, un altra parte semplicemente tostate con poco olio in padella per renderle croccanti. Gli gnocchi vengono infine mantecati con la salsa delle trippe e gli spinaci a brunoise.
Uno dei piatti che ho preferito è stato il “Risotto alle cime di rapa, Parmigiano Reggiano “Vacche Rosse”, rafano e alici salate” abbinato a mio parere magistralmente con Bourgogne La Combe 2011 di Derain. Un vino che non avevo mai provato, ma che non si dimentica facilmente, un naso quasi da rosso, una persistenza e una mineralità molto spiccate.
Come secondo “Spatola total green”. La spatola è un pesce povero che lo chef, ha disposto in modo da realizzare una terrina, condendo il pesce sulla superficie con della granella di pistacchio e all’interno con un poco di wasabi. Ad accompagnare degli asparagi in tre consistenze: a crema, sbollentati e disidratati, quindi croccanti.
Il predessert, molto profumato e gradevole era “risolatte e caki” mentre per dessert ho scelto il “Mont Blanc”.
La torta al cioccolato per brindare a Daniela, è stata accompagnata da una porter di Birra del Borgo.
Piccola pasticceria con: castagnaccio, tartufi e piccoli Kraffen al cioccolato a latte.
E’ sempre una bella esperienza tornare qui, dopo Natale quando verrà introdotto il nuovo menù invernale, credo proprio che non potrò saltare la consueta visita.
Ristorante Il Tino
Via dei Lucilii, 17,
00122 Ostia,
Roma
06 562 2778
chiuso il lunedì e a pranzo, esclusa la domenica
Stefano dice
Bel posto, grande cucina, e la simpatia di Claudio e Lele.
Da tornarci presto 🙂
barbara @ pane-burro blog dice
conosco benissimi il Tino, fin dai suoi primissimi esordi.
l’attuale gestione ha saputo valorizzare al meglio questo piccolo gioiello di Ostia, dove non ti aspetteresti di trovare un tale livello di eccellenza che in genere non è usuale nelle periferie (con poche felici eccezioni, come questa). lo amo al punto di averlo scelto, quasi 3 anni fa, per il nostro piccolo pranzo di nozze. il ristorante aprì solo per noi (essendo abitualmente chiuso a pranzo) e per i nostri pochi ospiti, eravamo una ventina in tutto, allestendo un bellissimo tavolo a ferro di cavallo nella saletta laterale. risucimmo a stupire tutti, anche i nostri genitori e i parenti dai gusti decisamente più tradizionali (il commento del toscanissimo zio di mio marito, di gusti sicuramente più “rustici” per cui l’impatto con la cucina raffinata di Danele ci preoccupava più che per gli altri, fu “beh, ma se l’è bono l’è bono”!)
sono stata felicissima di sapere del meritato risultato recentemente ottenuto, questi due ragazzi ci mettono un amore e una passione nel loro lavoro che non poteva essere che così. stupendo il tuo reportage, come tutti quelli che fai sui ristoranti che amo particolarmente qui sul tuo blog, mi hai fatto venire una grandissima voglia di ritornarci al più presto! grazie!
daniela @senzapanna dice
ci torniamo presto Elisa?
come al solito bel racconto e belle foto!!
Emidio dice
Appoggio Daniela… bellissimo sia il racconto che le foto: Complimenti.
Gunther dice
devo dire una bella recensione non sapevo esisteva un ristorante cosi raffinato ad ostia, magnifico quel risotto verde con le cime di rapa
Elisa dice
@Stefano, Daniela e Emidio: appena arriva il nuovo menù torniamo di certo.
@barbara: mi sembra che mi avevi già detto che c’avevi festeggiato il tuo matrimonio. Deve essere un tipo forte lo zio di tuo marito, vero??! Ahahah m’hai fatto ridere col tuo racconto.
@Gunther: Grazie Gunther, il risotto me lo sogno ancora la notte. Buonissimo.