Dopo una breve panoramica su quali cibi cercare o evitare in Islanda, oggi mi concentro sulla capitale, Reykjavìk.
Se avete pianificato un viaggio in quest’isola, Reykjavìk sicuramente merita la visita più lunga perché anche nei dintorni concentra numerosi punti interesse: il famoso circolo d’oro, i geyser, la laguna blu dove fare bagni termali e anche bellissime cascate.
Quindi, dove mangiare a Reykjavìk durante la permanenza?
Partiamo dal presupposto che l’Islanda è carissima, i prezzi sono circa il triplo di quelli italiani, mangiare al ristorante costa molto perciò durante la vacanza, non ci siamo potuti permettere di andare tutte le volte a provare posti particolarmente ricercati. Ritengo comunque che sia anche divertente, per comprendere meglio la cultura di un posto, entrare in un supermercato locale e vedere come mangia quotidianamente la gente di lì.
Ebbene, gli Islandesi hanno della frutta e della verdura a disposizione nei negozi davvero bruttina e molto costosa, in compenso hanno tra di banchi della distribuzione fanno capolino “secchi” di mirtilli e fruttini rossi vari, anche quelli sono molto costosi comunque.
Nonostante l’Islanda sia il paese delle pecore e degli agnelli, non producono formaggi dal latte di questi animali, di questo ne sono rimasta davvero sorpresa. I loro prodotti caseari sono solo di mucca e sono del tutto simili al genere francese. Quindi anche sul formaggio è bene stendere un velo pietoso, meglio qualche salume e patè che sono sicuramente prodotti localmente e a volte non sono nemmeno male. Pesce sottovuoto come aringhe e salmone sono diffusi e anche buoni per preparare dei panini con il rye bread e il burro.
Sono economiche e risolvono spesso il pranzo fuori, le zuppe, anche nelle caffetterie più semplici hanno sempre in caldo almeno qualche tipo di minestra che viene sempre accompagnata da pane e burro, così diventa un pasto completo. L’acqua del rubinetto è ottima (dicono sia quella dei ghiacciai) ed è sempre disponibile gratis in qualsiasi posto si vada, molto spesso ci si può servire da soli nei locali dai bicchieri lasciati a disposizione, questa cosa la trovo di grande civiltà.
In Islanda c’è un solo ristorante con una stella Michelin, si chiama Dill, ed è a Reykiavik, nonostante abbia provato invano a prenotare, già da mesi prima, era pieno. Pertanto dopo un attenta selezione, ho scelto Grillið, si tratta del ristorante all’ultimo piano del Radisson Saga, dove ho alloggiato. L’hotel e lo stile sono un pochino datati ma questo palazzo davvero offre una vista privilegiata sulla città.
Se andate in estate quando il sole tramonta tardi, la cosa “più” meravigliosa è proprio il fatto di poter mangiare avvolti nella luce del tramonto per tutta la durata della cena.
Alzarsi da tavola quando ancora il sole non è tramontato, ma le lucine di Reykiavik iniziano mano mano ad accendersi, bè non ha prezzo.
Da Grillið è possibile scegliere tra il menù degustazione che sono 3 portate e il dolce e sta a 10.900 Isk (85 €) oppure alla carta dove la main corse sta tra le 6000 e le 7000 Isk (47 e 54 €).
Curioso trovare in carta alcune piccolissime aziende italiane di vino naturale, come Cantina Giardino, ma sinceramente prendere vino italiano non aveva senso e abbiamo scelto per uno champagne. Insieme ci viene portato il burro fatto da loro, montato, con fiocchi di sale e pane caldo, così buono che la cameriera ha portato un secondo assaggio, quando abbiamo domandato come fosse fatto.
Alla fine abbiamo ordinato alla carta e scelto un paio di piatti a testa perché non eravamo troppo affamati.
Ho assaggiato la: trota di mare con ostiche e aneto e di secondo il merluzzo con piselli e cozze. Entrambi i piatti erano davvero entusiasmanti. Il merluzzo aveva dei sentori di affumicato e si scioglieva in bocca, la spuma di cozze dava la sapidità e il radicchio brasato e caramellato accompagnava magistralmente il tutto.
Ho anche assaggiato i langoustine (che sarebbero i loro gamberoni), con il kelp, quella specie di alga di cui vi ho parlato, a me ha ricordato il miso, e i ravanelli, questo piatto viene servito con un infuso molto fresco di agrumi ed erbette, immortalato nella prima foto in alto.
In foto c’è anche il filetto di manzo con porro e e funghi “ostica” la carne proviene da allevamenti a nord dell’isola, i funghi ostrica donavano al piatto un forte sentore di umani, la salsa accompagnava una carne che si tagliava con un grissino.
Tutti piatti impeccabili insomma, tuttavia è un ristorante che, a mio avviso, utilizzando i migliori prodotti del territorio cerca di incontrare il gusto internazionale.
Vale la pena dormire al Radisson Saga per approfittare della colazione, c’è davvero da sbizzarrirsi ed è un occasione per assaggiare tante cose tipiche islandesi da non perdere.
Lo skyr, è stata la mia colazione preferita durante tutta la vacanza, gli islandesi lo aromatizzano con la vaniglia e poi ci aggiungono la panna. Sembra assurdo vero? In realtà però lo skyr non è uno yogurt ma un formaggio, ha pochissime calorie per questo viene “condito” con la panna, per dare più “sostanza” nei lunghi inverni Islandesi.
Per i coraggiosi, io con il pesce a colazione faccio fatica, ma c’è la possibilità di scegliere i tipi di salmoni conditi, aringhe e merluzzo secco con burro. Enjoy!
Mercato di Reykiavìk:
Girellando per la città, scendendo verso il porto, non sarà difficile imbattersi a “Kolaportid Flea Market”, è il mercato delle pulci di Reykiavìk, qui dovete entrare per fare un giro.
Nella parte dell’abbigliamento, trovate i lavorati di lana, tra cui anche i tipici maglioni con disegno islandese. A proposito, avete idea di quanto possono costare questi maglioni prodotti qui? bè sui 200 € l’uno circa.
Superata la zona dell’abbigliamento e delle cineserie, si giunge alla parte del mercato alimentare.
Qui il pesce la fa da padrone, è il miglior posto dove poter assaggiare e comprare il famoso hakarl, lo squalo fermentato. Un assaggio è gratis una piccola confezione costa un paio di euro.
Vicino alla carne di squalo c’è un piccolo banco di spezie, dove trovare il kelp, il timo artico e vari tipi di licheni essiccati per le zuppe.
Scendono ancora nella zona del porto ma verso il museo delle saghe, si sviluppa una zona con vari ristoranti.
L’esperienza da Matur og Drykkur, non me la scorderò mai più.
Quando mi hanno servito un intera testa di merluzzo con tanto di lingua fritta da mangiare ho capito che per me la cucina islandese era davvero troppo estrema. 🙂
Per carità, merluzzo ottimo ma quella testa, cotta in brodo di pollo secondo la migliore ricetta tradizionale e poi flambata, insomma non è stato facile.
Ad di là della testa di merluzzo, in questo moderno ed eccentrico locale con cucina a vista, una visita va fatta.
Scegliendo il menù degustazione da circa 8000 Isk a persona (62 €) si ha la possibilità di assaggiare tanti antipasti, specialità tipiche e piatti di cucina tradizionale leggermente modernizzati.
E’ stato così che ho assaggiato i testicoli di agnello, eh sì, ma l’ho saputo dopo aver ormai mandato giù quella specie di polpette rotondette. Vengono servite fritte e coperte di erbette, con senape al siero di latte. Alla fine ho dovuto ammetterlo, erano buone, ma se lo avessi saputo forse non le avrei mangiate.
Altri antipasti si componevano del solito merluzzo secco con il burro, trota salmonata marinata.
Tanti piccoli assaggi molto sfiziosi.
A seguire è arrivata la zuppa di halibut, che date le restrizioni circa la pesca di questo pesce, è stato sostuito con il merluzzo ma cercando di replicare il gusto tipico della zuppa tradizionale, così ci viene spiegato, la zuppa viene servita con cozze, mela e uvetta. Era deliziosa.
Infine dopo la testa di merluzzo, che mi ha messo a dura prova, il dolce era base di skyr, granita di rabarbaro e granola.
In Islanda ci sono molti microbirrifici che fanno anche prodotti molto interessanti. Sarà perché la birra qui è rimasta illegale fino al 1989, ultima ad essere legalizzata rispetto a tutti gli altri alcolici. A Reykiavìk sempre nella zona del porto c’è un micro-birrificio molto carino: bryggjan brugghùs http://.is/?lang=en con silos a vista e possibilità di mangiare qualcosa di semplice, come il fish and chips con la pastella fatta con la loro birra.
Se è una bella giornata è bello potersi sedere fuori e guardare la barche del porto godendosi del sole.
Per concludere, giusto una considerazione, c’è un locale di cucina italiana e sapete come si chiama? Jamies’s Italia. E’ Jamie Oliver il paladino della cucina italiana a Reykjavik. Nel locale si prepara pizza, pasta e nostre ricette tradizionali.
Come vi sentite voi riguardo a questo?
Io non ho che da dire “bravo” Jamie che hai saputo sfruttare la nostra incapacità di valorizzare la grande risorsa che abbiamo. Il made in Italy all’estero è valorizzato da una catena inglese. Bravo lui ad aver colto l’occasione e la sua fama per valorizzare la nostra gastronomia, un po’ meno bravi noi.
Matur og Drykkur
Grandagarður 2, 101 Reykjavík, Islanda
Bryggjan Brugghùs bistrò and brewery
Grandagarður 8, 101 Reykjavík, Islanda
Grillið
Hagatorg, 107 Reykjavík, Islanda
Kolaportið Flea Market
Tryggvagötu 19 , Old Harbour, Grófin, Reykjavík, Islanda