Di Cheese 2019 e di Storico Ribelle

Di Cheese 2019 e di Storico Ribelle

Di Cheese 2019 e di Storico Ribelle

Il Cheese è sempre una bellissima manifestazione, tanto da scoprire e tanto da imparare sul mondo dei formaggi.
La parte dei produttori internazionali, la parte degli affinanatori e tutti i presidi slow food uno più interessante dell’altro, attorno ad ogni piccola produzione casearia c’è storia lavoro, vite da scoprire. Un grande fascino.

L’affluenza alla manifestazione, soprattutto nel weekend è incredibile, si riesce a girare poco e male e i produttori possono parlare poco. Si possono però prendere informazioni utili per approfondire in seguito online.

Per me è stato il Cheese dello Storico Ribelle.
Formaggio di cui ho approfondito la conoscenza anche grazie una conferenza stampa in cui ho avuto di apprendere le ultime novità del presidio e una interessante degustazione orizzontale di produttori diversi.

Intanto per iniziare a parlare di Storico Ribelle, bisogna partire dal fatto che tre anni fa cambia nome. Quello che era Bitto Storico oggi perde il termine “Bitto” per perseguire la sua strada con l’appellativo Ribelle.

Proprio in questi giorni a Morbegno, in particolare nel palazzo Folcher si inaugura la nuova sede dello Storico Ribelle. Il Palazzo Forcher è una bella costruzione del XV secolo, è un palazzo sottoposto ai vincoli delle Belle Arti e tutelato dal FAI, Fondo Ambiente Italiano. All’interno custodisce 200 mq di antiche cantine.

I vantaggi legati alla nuova sede saranno molteplici, prima di tutto un più agevole incontro tra produttori e mercato, e poi anche la possibilità di valorizzare altri derivati del latte dei medesimi produttori valtellinesi come: la Ricotta d’alpeggio, di produzione estiva, il Furmàcc del Féen, il burro, anch’esso prodotto “in valle”, nello stesso periodo.

Mi piace parlare di questa realtà perché nella sede di Morbegno, nascerà proprio un punto vendita etico, infatti proponendo anche queste altre varietà di produzioni casearie oltre allo Storico Ribelle (e a vini e salumi), sarà possibile contribuire al sostentamento di giovani contadini che avranno più possibilità di crescere e investire nel territorio. In più mi piace parlare di questa realtà perché credo fortemente che dare rilevanza a produzioni del genere può contribuire a far passare un messaggio positivo sulla produzione di formaggio basata sul benessere animale in primis e sulla loro corretta alimentazione.

Grazie anche al supporto del settimanale qualeformaggio.it alcuni esercizi commerciali italiani parteciperanno al progetto “Botteghe Storiche”, per la rivendita di questi formaggi, a Roma vi segnalo Rimessa Roscioli, salumeria Roscioli e Officine del gusto.
Questi rivenditori, particolarmente informati e specializzati, si occuperanno anche della divulgazione delle informazioni relative a queste produzioni, coadiuvati da Qualeformaggio.it.

Ultima nota importante i contatti delle
Valli del Bitto SpA Società Benefit
Via Nazionale 31, 23010 Gerola Alta (SO)
Tel. +39 0342 690081; +39 334 3325366
Se qualcuno tra voi lettori fosse interessato ad una visita, nelle zone di produzione.

Passiamo quindi da storie belle e meritevoli da tutelare, ad una carrellata di quello che è stato il mio Cheese 2019, alla ricerca di produttori più consapevoli come l’edizione titola “naturale è possibile” e a caccia di tante realtà anche del territorio che è sempre un piacere scoprire.

Tante foto da organizzare, alcuni assaggi davvero estremi, per dirne una andate a vedere le produzioni di questi ragazzi affinatori de: Le tome (per avere idea di quello che vuol dire fermentazione!) o la bellezza di un orizzontale dei Graukase della valle Aurina mettendo a confronto le produzioni diverse che può ottenere ogni produttore aderente a questo presidio.
Sono mondi da scoprire, e purtroppo non riesco a raccontare tutto.


Per finire sono stata invitata da lo staff di Alfredo alla Scrofa (la mia città ha sempre un posto privilegiato nel mio cuore) per andare a provare le sue fettuccine Alfredo realizzate presso Casa Occelli, e poi da amante della cucina piemontese non ho mancato di assaggiare la mitica salsiccia di Bra, visto che ero proprio nella sua zona di origine!

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