Quando ero piccola, si chiamava marmellata e basta, senza differenziazioni, senza specifiche.
A quanto pare adesso non si può prescindere dalla corretta definizione di questi barattolini di frutta e zucchero. Dal 1982 in Italia è stata recipta la normativa europea per cui si può chiamare marmellata solo quella di agrumi, tutto il resto delle composte di frutta deve essere chiamata confettura. Quindi mentre a casa mia continueranno a chiamarla marmellata, almeno qui, tento di definirla correttamente e come si dovrebbe, oggi confettura di albicocche.
Tornando al post di lunedì vi avevo già anticipato che avremo parlato del medesimo albero, di cui avevo immortalato fiori e rami. Oggi quei fiori sono diventati frutti e i frutti si sono trasformati confettura.
La ricetta è quella tradizionale, niente Christine Ferber stavolta, la doppia cottura con questo caldo incuteva timore.
CONFETTURA DI ALBICOCCHE
1 Kg di albicocche mature
1 limone (il succo e la scorza)
500 gr di zucchero
Pulire la frutta, tagliare le albicocche a pezzettoni, unirle al succo di limone.
Mettete tutti gli ingredienti in una pentola a fondo alto, compresi zucchero e scorza di limone.
Mettere in freezer un piattino bianco dalla superficie liscia che servirà dopo per controllare la consistenza della confettura.
Cuocere la frutta a fuoco alto, mescolare e portare ad ebollizione, poi abbassare la fiamma e far sobollire piano piano, mescolando spesso e facendo ridurre il composto fino alla consistenza desiderata.
Prendere il piattino dal congelatore, far cadere una goccia di marmellata su di esso e inclinarlo, se la goccia non scivola via rapidamente, la marmellata è pronta.
Bollire i vasetti per sterilizzarli, quindi riempirli, chiederli con il tappo e capovolgerli fino al raffreddamento in modo che si formi il sottovuoto.
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