Passato Halloween, il Natale è dietro l’angolo, quest’anno ne sento la voglia prima del tempo.
Chissà magari perché sempre di più (con l’età) si diventa romantici e ci sei attacca a pensieri sereni e voglia di intimità casalinga.
Non so voi, ma sento già la voglia di biscotti, di forno accesso, e quando scatta la stagione dei litri di tisane vuol dire che non manca poi molto alla voglia di iniziare con gli addobbi casalinghi.
Ancora ho come centro tavola le mille zucche comprate a settembre, ma sono certa che le pigne e le palline di natale al più presto andranno a rimpiazzarle.
In cucina ho voglia di ricette dai sapori lontani, il fascino della pasticceria francese mi ha sempre ammaliata e penso che ormai da anni, tenevo in serbo un certo stampo che faceva compagnia a quello delle sorelline, le madeleine, in attesa della ricetta perfetta e del tempo perfetto, perché fosse proprio il loro momento, quello in cui i cannelès arrivassero per scaldare il cuore.
I cannelès, sono originari di Bourdeaux, una ricetta bellissima di questa regione della Francia e perfetta, per una ragione in particolare a mio parere, ebbene, si fa senza lievito.
La fermentazione dell’alcool contenuto all’interno (rum) e il tempo di maturazione dell’impasto fa si che i cannelès restino morbidi dentro con una piccola alveolatura e una crosticina più croccante fuori.
La storia è altrettanto affascinante, al pari della ricetta, ci sono varie versioni, secondo alcuni il nome deriva da un tipo di pane che si faceva con i rossi d’uovo, che si chiamava canaule, coloro che potevano farlo si chiamavano canauliers, da qui la ricetta via via si è trasformata con l’aggiunta di latte e altri ingredienti fino ad arrivare a quella di oggi.
La seconda versione attribuisce alla mogli degli scaricatori del porto di Bordeaux l’origine della protrazione perché proprio queste donne riuscivano ad avere il rum e la vaniglia da paesi lontani che venivano trasportati qui sulle navi da carico e poi distribuiti in tutta la Francia, a volta gli scaricatori venivano proprio pagati con questi cibi pregiati.
Ma la storia più bella quella a cui io voglio credere perché ha a che fare con il vino è quella delle suore del convento dell’Annunciazione di Bordeaux. In questa regione si produceva il vino e la parte degli albumi delle uova veniva usata nel collegio per il processo di chiarificazione, montata a neve (ecco a chi pensa che il vino sia sempre vegano, bè non è detto!). Quindi in questa regione spesso si potevano avere dei tuorli di scarto che venivano offerti alle suore, le quali, preparavano i cannelès.
L’unica premura che bisogna avere, quando si decide di prepararli è stabilirlo il giorno prima, perché l’impasto ha bisogno di una notte di riposo per fermentare.
La ricetta originale prevede che questi dolcetti vengano preparati dentro appositi stampi in rame, io avevo purtroppo un molto meno romantico stampo in silicone, se avete uno stampo diverso il consiglio è di imburrare senza pietà perché il cannelès deve venire bello brunito, quindi il burro deve proprio tostare un po’ e questo aiuterà a staccarsi. Nel caso dello scrausissimo stampo in silicone, bè, si staccano senza problemi.
Cosa occorre per preparare i Cannelès
250 ml di latte intero
100 gr di zucchero 200 g
75 gr di farina 00
25 gr di burro
50 ml Rum
1 uovo
1/2 baccello di vaniglia
1 pizzico di sale
Come preparare i Cannelès
Con queste dosi si ottengono 18 mini canellès
Bollire il latte con la mezza bacca di vaniglia tagliata longitudinalmente, togliere dal fuoco e far freddare.
Mescolare il burro a pomata con lo zucchero, montare con le fruste e incorporare all’impasto l’uovo, sempre montando. Procedere poi ad aggiungere la farina setacciata, il sale e finire con il bicchierino di rum.
Versare il latte ormai freddo sul composto, togliendo la bacca e incorporare anche questo. L’impasto sarà liquido.
Coprire la ciotola e lasciare 24 ore in frigorifero. La fermentazione permette che in cottura poi si formi l’alveolatura.
Trasferire l’impasto nello stampo il giorno successivo, riempiendo lo stampo quasi fino al bordo lasciando pochi millimetri dalla superficie.
Mettere di nuovo lo stampo in frigorifero per circa 15 minuti e poi trasferirlo direttamente in forno ventilato già caldo a 180° per 1 ora. I cannelés si gonfiano molto in cottura per poi ritornare lentamente nello stampo.
Quando saranno ben bruniti, proprio scuri, possono essere sfornati e poi sformati.
Si consumano tiepidi, e durano 3-4 giorni.
Perfetti per essere accompagnati da un bicchierino di sauternes e se vi piace a volte possono essere anche leggermente bagnati con questo vino della zona.
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