Uscita Montecompatri, mezz’ora da Roma, vale la pena avventurarsi un pochino fuori città per provare la cucina de la Barrique, il ristorante gourmet che si trova all’interno dell’azienda agricola Poggio le Volpi.
A dirla tutta, sono due i ristoranti che si trovano qui, uno è “Epos” più semplice, che propone carne, l’altro invece più ricercato “La Barrique” diretto dallo chef Oliver Glowig, situato all’interno della barricaia dell’azienda.
Siamo sempre alla ricerca di qualche posticino dove fare le nostre serate di degustazione e qui abbiamo trovato davvero un ottima accoglienza e disponibilità, un menù degustazione ad un prezzo buono se rapportato con la qualità offerta, perché siamo sugli 80 euro e il servizio è attento, gentile e alla mano.
Il benvenuto che ci viene offerto è un piatto a base di sgombro, il filetto viene prima affumicato, poi caramellato e servito con ricotta di bufala e confettura di accompagnamento. Insieme abbiamo bevuto uno champagne che non avevo mai provato: “Andre Clouet” (grazie Stefano!) si contraddistingue per avere un naso tutto incentrato sui lieviti, non manca di freschezza ma è anche molto rotondo nel gusto, riempie il palato con una piacevole morbidezza. (voto: 90/100)
Seguiamo subito con la seconda bottiglia in assaggio, il famoso Cristal 2008 di Roederer, bottiglia nota ai più per aver avuto i 100/100, ero proprio curiosa di assaggiarlo ed in effetti si rivela un ottimo champagne. Difficilmente avrei indovinato alla cieca i suoi 10 anni, perché è fresco e minerale, note floreali non mancano e in bocca ha un ingresso dolce e morbido, disarmante la persistenza, lunghissima. Il naso via via si apre in note di nocciola e frutta secca, di talco, note smaltate, ad un secondo assaggio porta alla bocca le bollicine fini e persistenti, i sentori di lievito che avvolgono il palato e non si cancellano facilmente (98/100)
Ci viene servito anche l’antipasto, che è una “terrina di pollo con riduzione di Baccarossa e insalata di erbette” la carne è leggermente bagnata con il mosto, sopra una julienne di cappesante e per finire un’insalatina che va poi a pulire la grassezza delle cappesante.
Invece con il piatto seguente “fegato grasso d’oca e petto d’anatra con lamponi” si entra nel vivo della degustazione, passando ai primi due rossi, che con l’anatra si abbinavano magistralmente.
Vosne Romanée Vieilles Vignes 2009 Cecilé Tremblay: resto sempre ammaliata dallo splendore di certi pinot nero, il naso è bellissimo, note mentolate, balsamiche, proprio di talco mentolato, e poi i frutti rossi, la mora e le bacche. In bocca un tannino ben presente rivela poi un gusto di tabacco e qualche spezia. (89/100)
Invece, Vosne Romanée 1er Cru Les Beaumonts 2009 Cecilé Tremblay, sembra essere il fratello maggiore del precedente, più elegante e gentile, come nel precedente tornano le note di talco, di tabacco, di frutti, in bocca ha un corpo maggiore e una struttura diversa, più persistente e sempre un tannino piuttosto presente. (90/100)