Tra le erbette primaverili, ma non troppo, c’è il ramoraccio, una specie di broccoletto tenero e saporito, tecnicamente conosciuto con il nome di Raphanus Raphanistrum (ravanello selvatico, ramolaccio selvatico, ramoraccio, rapastrello, rapacella).
La piantina è interamente commestibile, dalle cime non fiorite alle foglie e si presta ad essere utilizzata cotta, lessata e saltata in padella.
Dato che il suo sapore assomiglia a quello delle cime di rapa, vanno benissimo per condire la pasta (orecchiette con ramoraccio e salsiccia?!) oppure per frittate e risotti.
Io questa erbetta l’ho utilizzata in piccole quiche, pronte da ficcare nel cestino da picnic, da portare dietro per la scampagnata di Pasquetta.
Pasqua si avvicina a grandi passi, è tempo di sfoggiare ricette a tema non credete? Bè tornate da queste parti i prossimi giorni che si comincia. Intanto prendete nota di questa ricetta che può essere comunque fatta anche con qualsiasi altro ortaggio.
QUICHE DI RAMORACCIO
1 rotolo di pasta sfoglia
200 gr di ramoraccio
150 gr panna fresca (o latte)
100 gr di parmigiano + quello per la copertura
1 porro
1 uovo
sale
foglie di menta
Lessare il ramoraccio dopo averlo ben lavato e pulito.
Una volta lessato, lasciar freddare, strizzarlo dall’acqua in eccesso, formando una palla. Tagliare la verdura a pezzetti e mescolarla a tutti gli altri ingredienti: formaggio, panna e uovo e regolarne la consistenza.
Stendere un rotolo di pasta sfoglia nella teglia che preferite, dopo averla foderata di carta forno.
Far cadere tutto il ripieno dentro alla base di sfoglia.
Spolverare con altro parmigiano.
Cuocere a 180° per 30 minuti, se son quiche piccoline come le mie 20 minuti, quando si sarà formata una bella crosticina dorata e la torta sarà gonfia in superficie è pronta.
Ho provato la stessa ricetta eliminando la panna e sostituendo con un paio di cucchiaio di olio extravergine fruttato medio, non è più una quiche ma è altrettanto buona.
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Paola dice
Adoro le torte salate e adoro prepararle proprio per Pasquetta e le gite fuori porta che questo periodo primaverile ispirano. Questa me la segno. Non troverò il ramoraccio, ma se le sostituisco con i friarielli o con le cime di rapa sono sicura che verranno ugualmente bene 🙂
Ileana dice
Ho capito qual è questa erbetta, non ricordo bene come la chiamava mia zia, ma sono certa che è lei perché il sapore ricorda molto le cime di rapa e l’anno scorso l’ho mangiata insieme ad altre erbette.
L’idea di usarla per la quiche è perfetta..ed hai ragione, dovrei iniziare a pensare a idee per Pasqua, ma sono indietro!!
Un bacione cara!
Serena dice
Da te se ne scopre sempre una… sono certa che il ramoraccio si usi anche da noi, probabilmente prende un altro nome, come spesso accade con le piante selvatiche.
Non vedo l’ora che cominci la stagione delle vitalbe, sono l’unica erba spontanea che so riconoscere!!!!
Chiara dice
Mi piace molto cucinare con le erbe spontanee e conoscerne sempre di nuove. Di questa ad esempio non avevo mai sentito parlare, mi informerò per scoprire se la posso trovare nei miei campi dietro casa. Bella ricetta e come giustamente ci hai fatto notare adattissima alle gite fuori porta di pasquetta!
Arianna dice
E chi la conosceva!!! Mi piace tantissimo, vado subito a cercarla nei prati domani mattina ^^