Siamo in provincia di Rieti, la località è precisamente Rivodutri. La Trota è un locale aperto dagli anni 60, adesso a condurlo i figli del suo creatore: Maurizio e Sandro Serva, loro si occupano sia della cucina che, in parte, della sala.
Ormai è trascorso già un mesetto da quando sono stata a trovarli, in occasione di un compleanno speciale, ma volevo ugualmente scrivere questo post perché vale la pena parlare di loro.
Io sono andata a cena, ma non fate come me, scegliete di andare a pranzo, per godere dell’oasi di pace in cui questo locale è immerso. Un fiume verde, circondato da alberi e salici piangenti fa da cornice al ristorante, a due passi da lì le sorgenti di Santa Susanna, un parco, con tanto di cigni e dolci cascatelle. Chissà che spettacolo sarà adesso che la primavera è arrivata.
Attraversando il curatissimo giardino si entra nel ristorante che si sviluppa tutto su un unico piano, uno spazio dedicato ad un piccolo salottino con un grande camino (io l’ho trovato acceso e scoppiettante) e poi credo non più di 12-15 tavoli. La loro cucina, sicuramente creativa, propone piatti a base di pesce di acqua dolce, ma non solo, è molto legata al territorio con prodotti del Lazio e della Sabina.
Appena accomodati, arrivano i grissimi e la carta musica fatti dallo chef insieme ad un prosecco di benvenuto, per accompagnare il momento in cui si scelgono i piatti dal menù e si studia la carta dei vini. Cantina molto interessante con proposte anche di vecchie annate, buona scelta di vini del Lazio, una discreta scelta di vini di tutto il mondo.
Dopo una piccola entrée, ci viene servito il primo antipasto scelto: “L’uovo di carciofo con salsa di topinambur e gocce di mentuccia“, un piatto che è in menù da un paio d’anni ed è subito diventato un famoso cavallo di battaglia del locale.
Il carciofo è svuotato e riempieto da tuorlo d’uovo, l’ortaggio viene poi impanato e fritto. Ma al momento del taglio l’interno è ancora liquido e accompagna il carciofo come una salsa. Un idea che ho davvero adorato. Sono stata indecisa fino all’ultimo se nominarlo piatto della serata o meno.
Non mi sono voluta perdere poi, la “Mela glassata allo zafferano con spuma di patate viola alla camomilla scaloppa e crumble di foie gras” sapete che questo è uno dei miei punti deboli. E’ il cibo meno etico che mangio, ma lo adoro, sto parlando del foie gras. Scaloppa cotta a puntino interessante l’abbinamento, buono il contrasto con il crumble, forse un pochino meno con la mela, tuttavia siamo su livelli altissimi, non mi sento certo di criticare questo piatto ma forse io non l’ho apprezzato abbastanza.
Aggiungo solo una cosa, questa scaloppa di foie gras con la mela insieme al Dom Perignon ’98 era quasi da svenimento. Un abbinamento che non scorda e rimane nel cuore.
I primi piatti che ho provato sono stati: “Tortellini in brodo asciutti“, buoni, ottimi direi, qualcuno li ha definiti però un po’ meno eleganti di una certa altra versione, ma ugualmente un piatto soprendente. Come potete immaginare, sono ravioli in cui il brodo di carne (e la carne) è all’interno e al momento dell’assaggio esplodono in bocca regalando mille profumi e sapori.
Con l’altro primo “Zuppa di tinca con capelli d’angelo“: finalmente proviamo anche un piatto che prevede l’utilizzo di pesce di fiume. Ho apprezzato questa preparazione perchè, credetemi, dei capellini così sottili non li avevo mai mangiati e sono fatti a mano! Letteralmente si sciolgono in bocca, sono realizzati con un quantitativo di tuorli elevatissimo. Il brodo di pesce è saporito e i pezzettini di pesce carnosi ravvivano il piatto giocando con le consistenze.
Arriviamo ormai quasi sazi, al secondo: “Trota Fario, foie gras e pastinache“. Come dicevo all’inizio è difficile decretare il piatto che ho preferito di tutta la serata, ma insieme all’uovo di carciofo, questo si batte il primato.
La trota ha una carne molto saporita, dal gusto persistente e non avrei mai pensato di poterla mangiare, e apprezzare, abbinata insieme a del foie gras. Invece, mai dire mai, il connubio di sapori di questo piatto è difficile da raccontare: le consistenze diverse che si alternano, i gusti di mare e terra che si incontrano, il foie gras tenero, da sciogliersi in bocca, e la carnosità della carne della trota, creano giochi incredibili.
Troppo sazi per decidere un dessert, ci lasciamo viziare dalla piccola pasticceria, tutta a base di verdure. Si avete letto bene, di verdure.
Dalla gelatina di barbabietola, passando per la cremè brulée di zucca, alla torta di carote. Un idea diversa per chiudere in bellezza.
Lasciamo il ristorante, con la voglia di tornare a breve, brevissimo, magari con una bella giornata di sole per ammirare meglio il paesaggio e per provare la restante parte del menù.
Un ottimo lavoro quello svolto dai fratelli Serva, la loro cucina per la qualità degli ingredienti e la tipologia dei piatti ha prezzi competitivi, infatti non sono pochi i palati gourmet della capitale che si avventurano fin qui per apprezzare il loro operato.
La Trota (2 stelle Michelin)
http://www.latrota.com
Via Sorgente Santa Susanna, 33
Rivodutri Rieti
0746 685078
babs dice
basita.
e affamata.
ciao Elisa!
stefano dice
la prima foto è spettacolare 😀 alla trota si va sempre su sicuro uno fra i miei posti preferiti 😉
LUCY dice
bellissimi piatti, un ristorante che mi sembra molto molto interessante!
Not Only Sugar dice
Questi piatti sono fantastici, che onore hai avuto..
Not Only Sugar
Enrico dice
Ci devo proprio andare! Un saluto, è tanto che non ci si vede…