Come promesso, oggi vi parlo dei formaggi che ho avuto modo di conoscere in maniera più approfondita, qui, durante l’interessante educational che ha riguardato in particolare l’Emmentaler e il Tête de Moine.
Tête de Moine AOC:
Aspetto: pasta semidura con occhi piccoli e scarsi, colore da avorio a giallo chiaro, crosta naturale dura e marrone/rossastra,che viene lasciata maturare da 3 a 4 mesi
Gusto: intenso, di erbe aromatiche
Provenienza: distretti del Giura Svizzero, dove viene prodotto dal Medio Evo
Utilizzo in cucina: soprattutto come aperitivo o decorazione di piatti di carne o salumi, insalate
Abbinamento col vino: bianchi leggeri e frizzanti (spumanti brut o prosecco), lambrusco, birra Weiss
E’ stato interessantissimo, durante il soggiorno svizzero, vedere con i miei occhi la produzione di questo formaggio, l’affinamento nelle cantine e il curioso modo di servirlo.
La Tête de Moine è un formaggio a latte crudo, proveniente da mucche nutrite senza insilati.
La forma è cilindrica, del diametro di 10-15 cm. L’altezza è almeno pari al 70% del diametro, ma mai superiore a quest’ultimo. Normalmente una forma pesa dai 700 ai 900 gr.
Spesso è anche chiamato: fromage de Bellalay, dal nome dell’antico monastero nel Canton Giura svizzero.
La leggenda vuole che i monaci che abitavano qui, colpiti da fame notturna scendessero nelle cucina e tagliassero una sottile fetta di questo formaggio, larga tutta la circonferenza, e poi riponessero accuratamente la forma al suo posto per non correre il rischio di essere scoperti.
Da questa storia, nasce l’usanza di mangiare il formaggio a fette sottili, non a caso nel ’82 viene brevettata la “girolle” e il modo innovativo di mangiare il formaggio a “roselline”. In effetti provando lo stesso formaggio in pezzi ha un sapore diverso da quello proposto in piccole rose, chiaramente l’interazione con l’ ossigeno ne cambia sensibilmente il gusto.
EMMENTALER AOC:
Aspetto: pasta dura da avorio a giallo chiaro, buchi grossi a forma di ciliegia, crosta naturale secca e dura. A seconda della maturazione (che va dai 4 ai 15 mesi) l’Emmentaler DOP si definisce classico (minimo 4 mesi), reserve (minimo 8 mesi), grotta (minimo 12 mesi)
Gusto: dolce, con sentore di noci
Provenienza: dalla valle dell’Emme e regioni confinanti della Svizzera tedesca
Utilizzo in cucina: è assolutamente versatile. Il suo gusto tipico ma dolce lo rende adatto a sposare diverse ricette, dalle insalate ai primi, ai tramezzini ed è ottimo anche degustato con miele di castagno, con salse e mostarde di frutta
Abbinamenti con il vino: un rosato secco (Biferno, Chiaretto del Garda) o un rosso non invecchiato (Pinot nero, Marzemino, Montepulciano)
L’Emmentaler è prodotto da latte crudo di mucca ed è il formaggio diventato famoso per le sue occhiature. I “buchi” sono dovuti a delle sacche di gas di anidride carbonica che si formano naturalmente durante le fasi di maturazione del formaggio in cui avviene una fermentazione propionica.
A differenza del Tète de Moine, in cui la maturazione avviene dall’esterno, per l’Emmentaler avviene dall’interno all’esterno.
Secondo il disciplinare le mucche devono essere nutrite esclusivamente con erba e fieno e non sono consentiti mangimi insilati. Per produrre 1 kg di formaggio occorrono circa 12 litri di latte. Il formaggio è realizzato in forme tonde con un diametro da 80 a 100 cm, lo spessore che varia da 16 a 27 cm e un peso fra i 75 e i 120 kg, sono letteralmente enormi.
La parte più bella delle mie giornata svizzere è stato proprio andare a scoprire dei piccoli produttori, che lavorano a questi formaggio nella vecchia maniera utilizzando batteri propri e tutelati magari da presidi slow food. Questa romantica storia appartiene ad esempio a Bernhard Meier, lui con la moglie e il figlio vivono in una baita a Trubschachen, nella Valle dell’Emme raccolgono il latte dai contadini vicini e producono giornalmente le loro forme, non ci sono né sabati né domeniche e le vacanze sono rare, le sveglie sono all’alba, ma la voglia di fare le cose per bene, li ha premiati in più di un occasione, con vari riconoscimenti.
Non si può negare che durante questi incontri, mi sembrava di vedere Heidi correre tra i prati e guardare il nonno fare il formaggio, tutto sembrava così magico e terribilmente romantico.
Riguardo invece all’utilizzo dei formaggi svizzeri, come non citare le meravigliose fondute fatte con loro? Noi abbiamo avuto, durante questo viaggio, la possibilità di assaggiare questa meraviglia su una carrozza trainata da due cavalli mentre attraversavamo strade di campagna e boschi. I formaggi principe in questo caso sono proprio l’Emmental e il gruyer.
A proposito di quest’ultimo durante l’educational ho avuto modo di assaggiare un groviera invecchiata oltre un anno, da urlo, peccato che da noi sia così difficile trovare formaggi svizzeri così affinati.
I giorni svizzeri sono davvero volati e al rientro a Roma, con le solite lunghe attese per i bagagli e il traffico per uscire dall’aereoporto mi sono sentita confortata tornando con il pensiero alle verdi colline, agli animali che pascolano in tranquillità e a quel suono di campanacci delle mucche che la mattina mi svegliava.
So che il post, è un pochino lungo ma se siete arrivati fin qui, non potevo proprio lasciarvi senza ricetta di oggi, realizzata con i souvenier che ovviamente ho portato con me! 🙂
Ho pensato ad unire i sapori italiani con quelli svizzeri, le ferratelle sono un vanto della cucina abruzzese, arricchite con pomodoro e origano fanno tornare immediamente alla mente il gusto della pizza le ho trovate perfette per accompagnare le roselline di tête de Moine.
FERRATELLE POMODORO E ORIGANO CON TETE DE MOINE AOC*
50 gr di farina di mais
50 gr di farina 00
20 gr di olio evo
1 uovo
100 gr di passata di pomodoro
origano
acqua qb
con queste dosi si ottengono circa 25 ferratelle.
Partire dall’uovo leggermente sbattuto, aggiungere tutti gli altri ingredienti e mescolare con una frusta.
Bisogna ottenere un imposto liquido, uguale a quello che si utilizza per le crepes.
Scaldare la piastra per le ferratelle, aggiungere un cucchiaio di composto per ogni ferratella e cuocere 3 minuti circa.
Una volte pronte sono un accompagnamento perfetto per salumi e formaggi di ogni tipo.
Per finire tagliare delle roselline di tête de Moine e decorare con erba cipollina.
*AOC: Appellation d’Origine Contrôlée, io erroneamente avevo tradotto come DOP, ma questa dicitura è scorretta perchè questi formaggi non hanno ovviamente la dop nel nostro paese.
1
imma dice
Un altro bellissimo reportage tesoro e le tue ferratelle mi intrigano tantissimo!!bacioni,imma
Carolina dice
Le foto sono bellissime e riescono a rendere giustizia alla perfezione a cotanta bontà! 😉 Ero curiosissima di vedere questo post.
Buona settimana tesoro!
zonzolando dice
Bellissimo reportage con foto stupende. Mi hai fatto venire una voglia 🙂
Tery dice
Ho avuto modo di conoscere più approfonditamente i formaggi svizzeri in occasione del Taste ed è stata una scoperta veramente magnifica!! Con il Tete de moine poi è stato amore già al primo sguardo, figurati all’assaggio…! :-)))
Le vostre giornate devono essere state bellissime!!
Federica dice
I formaggi svizzeri sono una vera tentazione, basta metterne a tavola uno, ed ecco che termina in pochi minuti!!!
Con queste foto mia messo voglia di tornare a fare una vacanza lassù!
un kiss e buona giornata
Pippi dice
Elisa…. sono fiera di te…delle tue competenze in materia di vino e formaggi tu aiuti l’universo dei foodbloggers ad elevarsi alla faccia di chi crede che siamo degli improvvisati!! 🙂 foto bellissime…. carina la ricetta che ci hai proposto….
tenera e dolcissima tu….
a presto
Pippi
Rossella dice
I formaggi mi attraggono, certo mangiarli su una carrozza trainata da cavalli non è da tutti!
Claudia dice
E’ un post di sofferenza per me.. adoro i formaggi.. quelli svizzeri poi non ne parliamo! ma con la mia intolleranza al lattosio devo andarci molto piano!!!! bellissime le foto.. mettono fame appunto.. e ricettina interessante! bacioni 🙂
Serena dice
Son qui che svengo…
Ileana dice
Che meraviglia tutti quei formaggi! e da buona abruzzese quelle ferratelle mi ispirano parecchio, è da un pò che volevo fare una versione salata! Bravissima ^^
federica dice
Adoro i formaggi svizzeri così come l’olio toscano..
uno dei miei preferiti è il Laudemio!
ciao bel post!
simo dice
che meraviglia…che splendida esperienza………adoro i formaggi!
Giulietta | Alterkitchen dice
Oh, mamma! Tutto quel formaggio <3 <3 <3
E quelle ferratelle?! Semplicemente divine!
Limone e Stracciatella dice
Ma ci credi che vivo in Svizzera e non ho mai fatto il tour dei caseifici? Comunque sono contenta che ti sia piaciuta la Svizzera… e sai cosa mi piace ancora di più? Prendere un po’ di questo e un po’ di quello di luoghi, culture e tradizioni diversi ed ottenere un piatto stupendo come quello che hai creato. Veramente squisito! E complimenti per il bellissimo blog! Un abbraccio… Elle
Olivia dice
Io posso solo dire che l’esperienza è stata fantastica ed intensa e che adoro questa ricetta!
Aspetto di vedere le altre foto:)
P.S:davvero belle!)
valentina dice
Sembrano nuvole *_*
salamander dice
i formaggi!!!!!! una delizia, sempre e comunque!
Enrico dice
Belle ricette. Non mi risulta però che questi formaggi siano Dop. Sicuramente saranno AOC secondo la legge svizzera, ma non Dop.
Elisa dice
@Enrico: Si sono AOC, che io ho tradotto con dop. solo ora dal tuo commento capisco che questo tipo di traduzione non è corretta perchè ovviamente questi formaggi non hanno la nostra “dop”. Grazie per la precisazione. Ora correggo!
Enrico dice
Anche sul sito di promozione turistica della Svizzera parlano di dop ma è sbagliato. Ho lasciato un commento ma per ora non è pubblicato. La disciplina delle Dop è una disciplina comunitaria che prevede specifiche tutele ai produttori e consumatori. Sarebbe lungo spiegarti nel dettaglio che in teoria anche questi formaggi svizzeri potrebbero chiedere la Dop (al momento non mi risulta che l’abbiano fatto) a condizione (semplificando molto) che la normativa svizzera sulle denominazioni di origine sia in linea con quella comunitaria.
ciao
E.
Ps ho letto il tuo messagio su twitter 🙂
Elisa dice
@Enrico: infatti anche sul loro sito è tradotto così, hai notato anche tu, vedi!