Da qualche tempo sto provando a scrivere questo post, ma purtroppo, per ragioni di tempo, è slittato di svariate settimane, tuttavia si tratta di un’esperienza particolarmente interessante di cui vale la pena raccontarvi.
Sto parlando dell’evento che si è tenuto a Roma sui vini delle Terre di Cosenza. Una zona che conosco pochissimo, ma che è di estremo fascino, soprattutto per una frequentatrice della regione come me.
Quindi, in una splendida serata di fine giugno, ho partecipato alla cena con degustazione di vini selezionati dal Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei Vini DOP Terre di Cosenza presso la terrazza dell’hotel Anantara Palazzo Naiadi (piazza della Repubblica).
Un occasione unica per scoprire il territorio vitivinicolo della provincia di Cosenza, zona che si sviluppa dalle pendici del Pollino e della Sila, fino ai territori collinari delle Valle dell’Esaro e del Crati, un territorio molto vario, che dà vita a produzioni vitivinicole di piccola dimensione, ma di grande qualità.
La cosa che mi ha sorpreso nell’approfondire questo territorio è la biodiversità che lo caratterizza, tanto che quest’area è considerata dagli studiosi di vite “zona di convergenza genetica”, in effetti nel bacino del mediterraneo è veramente una delle più varie e sfaccettate, per le tipologie di vitigni che si trovano.
Ritengo che il vero protagonista indiscusso della serata, sia stato lui: il Magliocco dolce che è il vitigno dell’Appennino centro/nord della Calabria, pur trovandone ceppi in quasi tutto il territorio calabrese. Le sue origini sono antiche, probabilmente greche e il primo riferimento storico risale alla fine del 1500 (citato nel 1601 dal Mirafiori). Pertanto la coltivazione di questo vitigno oggi come una volta è ancora molto diffusa nella regione, anche se limitata a vecchi vigneti.
Durante la cena ho avuto modo di mettere a confronto diverse espressioni di Magliocco e ne sono rimasta affascinata, anche se in parte già qualcosa la conoscevo, le sfumature e le note dolci che questo vitigno esprime sono fuori dal comune, e mai come in questa occasione ho potuto apprezzarne le declinazioni per zone e affinamento. Ad esempio i Magliocco più strutturati con affinamenti in legno raccolgono sentori più speziati di cuoio e di frutta secca dolce, gli altri mantengono sentori dolci e a volte capita che abbiano un tannino più deciso. Alcuni li ritengono vini molto pesanti, ma non è affatto così, il Magliocco svela interessanti acidità che supportano tutti sentori più caldi di questi sorsi.
Ovviamente non abbiamo incontrato solo espressioni di vinificazione di Magliocco durante la serata, proprio per il fatto che la zona delle Terre di Cosenza ha un enorme biodiversità, c’è stato modo di assaggiare vini a base di greco bianco, Malvasia e Guarnaccia, questi vinificati in bianco oppure rosati, insieme anche al Mantonico e al Pecorello, altre tipologie che regalano profumi delicati e aromatici. Durante l’aperitivo non è mancato il più classico spumante a base di Aglianico, della cantina Ferrocinto di cui vi consiglio anche il rosato.
La cucina del Palazzo Naiadi, ha accompagnato sapientemente i vini proponendo un aperitivo principalmente con prodotti di territorio e poi una cena a base di piatti molto ricercati, sempre con materia prima di queste zone. Ho così avuto modo di provare un’ottima tartare di manzo con crema di ricotta fresca e carciofi selvatici,
gnocchi con patate agria e funghi porcini della Sila, e filetto di manzo con asparagi e crema di melanzane.
Chiuso in bellezza con un moscato passito di saracena di cantina che si realizza con Guarnacci, Malvasia e moscatello, accompagnato da una delicatissima bavarese al mascarpone e pesche in cui tornavano anche i profumi percepiti nel calice che stavamo degustando.
A seguito di questa serata, mi è venuta sicuramente voglia di approfondire la conoscenza di queste zone, così interessanti anche culturalmente, sicuramente varrebbe la pena fare una sosta in qualche cantina nel prossimo viaggio in Calabria.
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