Roma è la mia città, ho imparato a conviverci con i suoi pregi e suoi difetti. Roma ha tanta bellezza da mostrarti ogni giorno, ma quando arriva dicembre e via del Corso si accende con le sue luci, gli alberi di Natale più grandi cominciano a far capolino in piazza San Pietro e al Pincio, bè, la città diventa davvero magica.
A via condotti le illuminazioni e le decorazioni sono sempre eleganti e mentre le guardi puoi respirare l’odore di castagne vendute a peso d’oro, dagli ambulanti che le cuociono per strada. Passeggiando davanti alle gastronomie storiche e alle note pasticcerie viene sempre il dubbio di quale sia il panettone migliore quest’anno e si aspetta la classica del sito autorevole di turno, che mette su il test di assaggio per concedersi, almeno a Natale un prodotto artigianale di altissimo livello. Perché si sa che a Natale, si cerca per quanto possibile di non aprire un panettone qualsiasi, ma uno che almeno riteniamo un po’ speciale. Questi giorni cercavo quello di Tiri, ma pare proprio che non sia già più reperibile né online né nei negozi.
Nell’attesa dell’arrivo delle feste, intanto risfoglio libri di cucina tradizionale del nostro paese, avevo voglia di qualche ricetta della mia regione da preparare per queste domeniche d’Avvento. Mi è venuta in soccorso Anna Gossetti della Salda ci sarà un motivo per cui questo testo è alla sua diciassettesima edizione, è infatti un percorso molto ben strutturato tra tutte le cucine regionali italiane e su cui ho trovato come preparare i tozzetti tipici del Lazio.
Si tratta di biscotti secchi, ricchi di frutta secca e dalla lunga conservazione, come spiega anche il libro. Voglio subito dire a chi guardandoli dirà… va bè sono dei cantucci. Eh no! Aspetta un secondo, qui la situazione è ben diversa, lungi dall’usare il vin santo o altro passito (che per dire qui nel Lazio l’aleatico di Gradoli avrebbe davvero belle cose da raccontare! Ma questa è un altra storia). Lungi dall’usare il vin santo, dicevo, i “nostri” tozzetti sono a base di sambuca e anice e sono quindi hanno un profumo caratteristico e in bocca regalano una sensazione fresca grazie all’ultimo di questa spezia.
La cosa bella di questo tipo di biscotto secco sta nel fatto che pre realizzarli non si utilizzano grassi. cioè non c’è burro non c’è olio, ma diciamo che al livello calorico non si fanno certo mancare nulla dato che richiedono tanta frutta secca. Sono quindi biscotti vegetariani e quando si tagliano sulla superficie si forma un meraviglioso effetto crackle.
Perfetti per essere preparati in anticipo e regalati insieme ad una bottiglia di sambuca o un vino dolce, per rimanere a tema io sceglierei un Aleatico passito.
- 500 gr di zucchero semolato
- 150 gr di mandorle
- 150 gr di nocciole
- 50 gr di pistacchi
- 15 gr semi di anice
- 5 uova
- 400 gr di farina
- 2 bicchierini da caffè di sambuca
- 1 cucchiaino di cremar tartaro
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- 1 pizzico di sale
- Accendere il forno a 180° e mettere tutta la frutta secca a tostare per 10 minuti.
- Unire le uova e lo zucchero e iniziare a montare con delle fruste fino a che non appaiono molto chiare e spumose, aggiungere la sambuca e continuare a montare.
- Con una spatola incorporare tutta la frutta secca e l’anice.
- Setacciare in una ciotola la farina con il cremar tartaro e il bicarbonato, in alternativa si può usare mezza bustina di lievito. Aggiungere anche il sale e mescolare tutto.
- Aggiungere le polveri alle uova, la ricetta originale dice aggiungere tanta farina quanto l’impasto necessita per ottenere un composto un poco più denso di una pastella normale. Io ho aggiunto 400 gr di farina, ma è bene che ognuno valuti in base alla consistenza che ottiene.
- Versare il composto in una teglia rettangolare grande (30×40), l’impasto deve essere alto 1,5 cm circa.
- Cuocere forno caldo funzione statico a 200° C fino a cottura, circa 15 minuti.
- Tagliare a bastoncini lunghi circa 8 cm, larghi 2 cm e infornare di nuovo per fare asciugare 10 minuti a 180° forno ventilato.
- Conservare in una scatola di latta e servire all’occorrenza, possono essere consumati anche dopo un mese.
Piccolalayla - Profumo di Sicilia dice
Non credo di aver mai mangiato questi dolci ma già mi piacciono … Bellissimi e golosissimi. A presto LA
Daniela @SenzaPanna dice
L’impasto è abbastanza fluido quindi ? perché non hai fatto i soliti panetti da tagliare poi a fatte ma una teglia intera. Mi piace molto l’effetto sulla superficie.
Elisa Ceccuzzi dice
@Layla provali perché sono anche facili da fare.
@Daniela: non ho fatto i soliti panetti proprio perché l’impasto è fluido e si è costretti e metterlo in una teglia, non starebbero insieme i panetti. Però questo genera dopo la cottura un impasto davvero croccantissimo e friabile.